L'intervento/ Maurizio Alfano: "Bentornata Silvia"

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Maurizio Alfano
  10 maggio 2020 13:05

di MAURIZIO ALFANO

Bentornata Silvia, in un mondo diverso da quello che ti è stato impedito vivere durante la tua prigionia, che ritroverai ora, esso, prigioniero e preda di se stesso, proprio mentre tu sei tornata ad essere libera. Bentornata Silvia, in quel mondo che ha scoperto un anno e mezzo dopo, ovvero parte di esso, quella sovranista, pronta a sentenziare e soprattutto dimenticare a comando e per comodo, l’importanza del volontariato. Già, che cosa sarebbe successo ulteriormente in questo Paese abitato da anime nere, se il volontariato, anzi i volontari, anzi le tante Silvie come te, o le tante Roberta, Santa o Adriana non si fossero date da fare per portare aiuti e sorrisi. Aiuti e carezze, a quelle anime in apnea di rapporti o peggio spesso messe dietro, all’ultimo banco della vita a soccombere di fronte alle priorità economiche e finanziare che contemplano la morte altrui per la ricchezza propria. In questa direzione, il mondo che hai lasciato tempo fa si è fatto ulteriormente barbaro e non animale, poiché come tu sai, loro, gli animali, danno prove di amori e sacrifici per la proprio prole, a volte ineguagliabili dal genere umano.

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Bentornata Silvia, in quel mondo che si è tolta la maschera rivelando il suo volto ipocrita, individualista e ha indossato ora la mascherina della speranza. Ma non per tutti cara Silvia. In questo mondo che riscoprirai non c’è posto per tutti, e se bisogna scegliere tra salvare una vita tra quelle di un giovane o di un anziano si è già deciso per la vita del primo e la morte del secondo. Sai, è come se oramai ognuno di noi portasse un codice a barra dietro il collo e più ti avvicini alla scadenza naturale e prima puoi essere soppresso, omesso, ovvero ritenuto improduttivo o peggio essere un costo sociale da azzerare.

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Loro però non conoscono  l’importanza che un volontario da ad ogni singola vita. Come proprio la vita senza età, colori, religioni o orientamenti di genere sia sacra per un volontario e che per questa, per ogni vita, capaci di sopportare quello che tu hai sopportato.

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Bentornata Silvia, in quel Paese che un attimo dopo al tuo rapimento scriveva sui social come marea incontenibile in ossequio ai sui Duci e Subrette che dovevi morire, essere violentata, stuprata, lasciata in mano ad orde di musulmani per farne carne da macello. Bentornata Silvia, in quel Paese che ancora oggi chiede conto di quanti soldi siano stati spesi per il tuo rilascio maledicendo il Governo poiché quei soldi servono ad altre priorità del Paese e che in fondo tu te la sei cercata. Che altro non sei che una zecca buonista da lasciare a sollazzo dei terroristi prima, e morire in Africa poi.

È vero, te la sei cercata Silvia, lo sai tu, lo so io, lo sappiamo tutti quelli che si sono fatti uno zaino e sono partiti per un mondo migliore, per abitarlo di diritti, consapevolezza e progetti concreti che seppur piccoli creano speranza. Certo ce la cerchiamo ogni giorno, poiché ogni giorno vengono massacrati vite e diritti di uomini e donne in ogni angolo del mondo, persino sullo stesso pianerottolo dei nostri palazzi. Bentornata Silvia in quel Paese dove una donna è stata trascinata per i capelli per strada e presa a calci durante la quarantena. Bentornata in quel Paese dove a una donna è stato dato fuoco nella sua auto e dove solo nel 2019 ne sono state massacrate, deturpate, a centinaia. Bentornata Silvia in quel Paese che ha il triste primato di femminicidi, di violenza sulle donne, dove  nel 2017 sono state oltre 50 mila le donne che hanno denunciato di avere subito violenza il che implica che almeno il doppio sfugge per vergogna o paura alla stima delle denunce. Dove le migliaia e migliaia di denunce per incidenti domestici sostiene anche l’Inail in tanta parte nascondono di contro aggressioni familiari. 

Bentornata Silvia in quel Paese che ti ha chiamato oca giuliva, puttana, amante dei negri. Bentornata in quel Paese che a ben vedere ogni giorno, non c’è un giorno, che risparmi ad una donna tutto quello che xenofobi e suprematisti ti hanno augurato accadesse in Africa. Ecco la mediocrità di questo Paese, l’ipocrisia che nasconde le cicatrici dell’anima di centinaia di migliaia di donne violate nel corpo e nell’anima sotto la coperta di un apparente perbenismo . Bentornata in quel Paese che non parla per sentito dire, che pratica anzi tutto ciò che ti ha augurato ogni giorno alle nostre donne. Si perché ognuno di noi ha la propria donna, madre, compagna, sorella, figlia, amica che sia e che quel proprio è da riferirsi solo alla condizione di amore esclusivo che si può sentire per ognuna di  loro che non deve, ne può mai diventare ossessione.

Bentornata Silvia, e sai, posso capire come presto sarà  forte la tua voglia di ripartire poiché tu da volontaria hai già mille cose da fare, sogni da annaffiare, giardini di anime da curare e sorrisi ancora e ancora da donare a tutti quei bambini che riversandosi addosso come marea colorata ed innocente ci riempiono di emozioni e senso di responsabilità per il loro sempre più incerto e precario futuro. Soprattutto conosco quel sentimento che ti ha già portato a perdonare ogni insulto poiché le tue priorità albergano nell’amore e non nel rancore. Quante emozioni si perdono quanti non conoscono cosa implichi essere volontari, fare una scelta, stabilire da quale parte stare, proprio come hai fatto tu Silvia. Bentornata.

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