di ENZO COSENTINO
Lavori pubblici, Gestione del territorio, Edilizia privata e Protezione Civile: quattro settori nevralgici nella città di Catanzaro. Il capoluogo certamente non scoppia di salute, sconta ancora errori del passato remoto e in qualche misura anche di quelli commessi di recente. Inutile fare un elenco, sarebbe tempo perso e sterile “accademia”. Meglio proiettarsi nel presente. Cambiando anche la visione e le prospettive per una inversione di tendenze. Sia nelle scelte della politica che nel funzionamento della burocrazia comunale. Il Sindaco Fiorita non poteva far altro che scegliere per affidargli queste deleghe, un tecnico. Di livello ed esperto.
Lo ha individuato nell’ing. Raffaele Scalise, lo ha inserito nel suo “governo” e gli ha conferito le deleghe. L’assessore Scalise è titolare di una Società d’ingegneria e conosce molto dettagliatamente i bisogni di Catanzaro. E’ già al lavoro e ha assunto anche necessari urgenti provvedimenti nel suo ambito di competenze. Lo abbiamo intervistato.
Assessore Scalise il sindaco Fiorita l’ha voluta nella squadra in quota “tecnici”. Qual è il settore più in crisi fra quelli che fanno parte della delega affidatale?
“Le problematiche da affrontare sono tante, pensi che il mio settore si deve occupare delle grandi opere, del dissesto idrogeologico, della protezione civile e della edilizia privata. Nell’ ambito delle grandi opere ci attendono grandi sfide quali il porto, il depuratore, la riqualificazione delle aree periferiche, il potenziamento del centro storico oltre alla manutenzione e gestione di tutte le scuole comunali e degli edifici pubblici compreso il palazzo comunale. Il dissesto idrogeologico che interessa molta parte del territorio comunale comprende a titolo d’esempio le problematiche relative all’allagamento dei fiumi e le frane che lambiscono interi quartieri. Il dissesto idrogeologico da solo costituisce un problema enorme a cui è importante mettere mano da subito per ragionare in termini di prevenzione ed evitare di correre ai ripari. Molte azioni sono state già intraprese dalla vecchia amministrazione, ma c’è bisogno di un lungo percorso per arrivare alla concretizzazione delle procedure, cioè completare o iniziare le progettazioni, richiedere i pareri e spesso riuscire a capire come completare l’iter di gara per costruire le varie opere.
A questo va aggiunto l’obiettivo di reperire nuovi finanziamenti per sopperire alle molteplici criticità, sia per le grandi opere che per il dissesto idrogeologico, Opportunità che stanno nascendo in questi giorni per cui l’amministrazione è chiamata all’impegno di innescare nuovi input per poter accedere alle somme necessarie”.
Lei è un tecnico e un manager del settore a tutto tondo, ma a Palazzo de Nobili dovrà confrontarsi anche con la politica. Dialogo possibile e aperto?
“Sicuramente sì. È già iniziato un confronto con alcuni consiglieri che rappresentano le voci del territorio e quindi conoscono le attese dei cittadini. Il mio compito sarà quello di dare risposte pronte e certe, soprattutto sulla sicurezza del territorio che rappresenta una delle richieste più frequenti che vengono segnalate al mio assessorato. Il dialogo con il Sindaco Fiorita è continuo e costante ed è finalizzato al determinare azioni significative”.
Il territorio di Catanzaro è stato sempre un problema anche se i cittadini lo circoscrivono quasi sempre al dissesto delle strade cittadine, alle “buche”, ai rattoppi e non alla soluzione definitiva. Possibile una inversione di tendenza? Come?
“Come ho appena accennato, queste sono le problematiche che vengono esplicitate con maggiore frequenza dal territorio, ma la visione che ho come assessore è completamente diversa dalla politica del “rattoppo”. Certo è necessario che il settore manutenzione sia fornito di più strumenti, sia tecnici che finanziari per la risoluzione di queste “piccole cose”. I cittadini sentono forte la necessità della sistemazione dell’urbano, per cui è fondamentale intervenire per rispondere a tutte le segnalazioni che stiamo catalogando per dare priorità a quelle più urgenti. Ad esempio, abbiamo fatto un sopralluogo nel quartiere Alli dove ci sono problematiche inerenti al cedimento di una infrastruttura che bloccherebbe l’accesso a diverse abitazioni. Tutte azioni concrete ed importanti, ma…c’è un ma”.
Cioè?
“Certamente l’azione amministrativa che io rappresento sarà finalizzata a rilanciare Catanzaro come città capoluogo di regione. C’è un gran bisogno di una visione più complessa, di avere la consapevolezza di Catanzaro come città e delle sue potenzialità all’interno del territorio regionale. L’azione si svilupperà su due filoni, uno sarà quello di ricucire la città nel senso di creare una continuità fra il centro e le periferie. Il secondo filone è invece rivolto all’esterno e sarà quello di rilanciare Catanzaro come capoluogo di regione. Chiaramente non basta che la città abbia un bel centro storico ordinato, con le panchine, le fioriere e la pavimentazione ben sistemata se poi è una scatola vuota dov’è molte funzioni pubbliche non sono presenti”.
C’è ancora spazio per costruire nel capoluogo e dare respiro all’edilizia privata?
“Nell’ottica del risparmio del suolo, prima di costruire, occorre fare un’analisi attenta, svolta ad identificare un bisogno fra le disponibilità già presenti sul territorio e la situazione demografica. Catanzaro in questi anni ha perso molti abitanti, per cui probabilmente c’è un surplus di abitazioni private. Certamente il nuovo piano regolatore individuerà gli effettivi bisogni su cui andare a puntare nei prossimi anni“.
Un nuovo Piano regolatore per una nuova città?
“Un nuovo piano regolatore è necessario ed urgente perché è passato troppo tempo da quando è iniziato l’iter burocratico per la redazione del nuovo strumento urbanistico. In ogni caso, di ciò si occuperà l’assessore Iemma che ha la delega all’ urbanistica e che è già al lavoro”.
Ha un progetto nel cassetto?
“Che Catanzaro ritorni ad essere una città “in primo piano”, sia a livello strutturale che politico, che riesca a dire la sua sui tavoli che contano, una città, in sintesi, che riesca ad emergere all’interno del contesto territoriale regionale”.
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