di CLAUDIA FISCILETTI
Teresa Timpano è animata da un amore per l'arte della recitazione che traspare da ogni sua parola spesa per lo spettacolo che farà il 7 aprile, alle 21, al Teatro Comunale di Catanzaro. 'Penelope', interpretata dalla Timpano, è la versione dei fatti vista dagli occhi della donna che per tanto tempo ha amato Ulisse con un sentimento leale e disinteressato. L'attrice reggina, con la sua compagnia teatrale Scena Nuda, e con la regia di Matteo Tarasco, portano sul palco una storia al femminile che affonda le sue radici nel mondo classico narrato prima da Omero, poi da Ovidio e, più recentemente, da Margaret Atwood. Da sempre attenta al tema dell'uguaglianza di genere, Timpano attinge alle donne della letteratura e della classicità greca -prossimamente la vedremo anche nei panni di Medea- per porre in evidenza quelle figure femminili fiere, indipendenti, che riuscivano a mostrare non solo il loro lato di guerriere ma anche il loro lato più tenero, fatto di sentimenti e umanità. Nell'intervista per La Nuova Calabria, l'attrice racconta lo spettacolo del 7 aprile, inserito nella stagione teatrale di AMA Calabria ideate e diretta da Francescantonio Pollice, dà la sua opinione sulla situazione teatrale in Calabria e anticipa quali saranno i suoi progetti futuri.
Ha scelto di fare uno spettacolo in cui Penelope è, finalmente, protagonista.
"Insieme al drammaturgo e regista Matteo Tarasco si è immaginato di mettere Penelope al centro dello sguardo dello spettatore, perché abbiamo messo al centro l'amore e la scelta che ha fatto di fedeltà e di ossessione amorosa, come è poi diventata, è sicuramente eccezionale e interessante dal punto di vista teatrale. L'idea è quella di presentare l'urlo di una donna che ha fatto una scelta importante e questo è forte per lo spettatore ma soprattutto per la spettatrice che ha una sorta di catarsi tanto che poi alla fine dello spettacolo è capitato che si avvicinassero per dirmi di essersi commosse come se si rivedessero. Dimostra anche quanto sia attuale questo personaggio".
A cosa vi siete ispirati per mettere in scena la drammaturgia di 'Penelope'?
"Si tratta di una donna con un grande disequilibrio che viene messo in luce, la sua grande passione e anche la sua forza che la spinge ad andare avanti, a guardare oltre e a tener fede a quella promessa bellissima che ormai è sempre più rara in un mondo fatto di bugie," dove la verità ormai è molto camuffata ed è difficile da trovare".
Con la Compagnia teatrale Scena Nuda tendete a riprendere molte opere del mondo classico.
"Uno dei nostri punti di forza è il lavoro di riscrittura dei classici, partiamo da quello per poi arrivare anche a scritture di nuova drammaturgia. In uno spettacolo ci ispiriamo ai due personaggi storici (Antonio e Cleopatra ndr) in cui prendiamo degli stralci inseriti nel testo di Shakespeare e da lì andiamo a parlare proprio della famiglia contemporanea, dei suoi conflitti, delle sue problematiche e anche della resistenza che, nel caso specifico di me e mio marito, siamo riusciti a mettere in atto. La promessa è uno dei temi che trattiamo spesso anche perché crediamo in questa cosa anche se non deve essere rigida e assoluta altrimenti riscontra delle accezioni negative".
Secondo lei com'è la situazione del Teatro in Calabria?
"Sicuramente c'è un passo in avanti grazie anche a tante compagnie teatrali storiche che hanno lottato per ottenere quella che ora è la legge 19 del teatro dove noi siamo finanziati con altre 10 compagnie calabresi. La situazione non è facile perché, purtroppo, ancora non c'è un sistema regionale vero che ci supporti, però delle cose sicuramente sono state fatte e, per esempio, nel nostro caso qui a Reggio c'è ascolto da parte degli enti locali e metropolitani. Si sta cercando di costruire un comitato metropolitano quindi c'è una prospettiva e bisogna cavalcarla è vero che la cavalca chi ha strumenti imprenditoriali, non sono sufficenti gli strumenti artistici. Io spero che possa nascere un presidio culturale che possa essere un primo passo per le produzioni".
Com'è stato tornate a teatro dopo il covid? Vede che ci sono delle differenze?
"Ho una strana sensazione, proprio nel cuore, perché ora si è inserito anche il problema della guerra e Scena Nuda è diventata parte del comitato pro Ucraina con delle associazioni. Questa cosa non è semplice da affrontare perché adesso c'è una trasformazione in atto sicuramente del progetto e le persone non hanno la stessa necessità di prima. Ho sentito che a Catanzaro c'è già una bella fetta di pubblico che ha già acquistato il biglietto e questo è positivo. Sono felice e anche noi dovremmo riprendere con forza le attività, spesso dipende da come vengono gestite le cose anche dagli operatori culturali, bisogna fare molta promozione, la persone non si informano e sono disabituate a uscire. C'è tanto da rifare e con altri metodi. Sto studiando nuovi metodi di coinvolgimento, sto facendo corsi perché è come se dovessi mettere in atto un'altra strategia".
Quali sono i progetti futuri di Scena Nuda?
"L'anno prossimo andrà in scena 'Medea' che verrà prodotta a Locri dal Teatro Portigliola. Verrà fatto un tour in giro per Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania. Abbiamo uno spettacolo di punta che sarà in Italia e all'Estero, 'Three Lines' coprodotto con il network internazionale Revolution e andranno in Francia, Portogallo, Libano. Infine c'è una fascia teatro-ragazzi che è più didattico-culturale in cui diffondiamo proprio la cultura teatrale nei giovani con laboratori e attività".
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