di MASSIMILIANO LEPERA
È veramente un grande piacere intervistare oggi Fabrizio Caramagna, scrittore, autore, aforista, poeta, o meglio, come viene generalmente definito, “ricercatore di meraviglie”, nonché uno degli scrittori di aforismi più citati al mondo. Un autore che fa della parola il fulcro non soltanto della propria scrittura, ma in generale della sua esistenza, ponendo l’accento sulla forza straripante che quest’ultima ha, per gli esseri umani, nello smuovere l’anima, la coscienza, l’essenza stessa dell’uomo. La sua fama, che viaggia vertiginosamente per radio, web, social, libri, televisione e mostre, lo rende costantemente presente ovunque, dai programmi tv, come Ballando con le stelle, Forum, Linea Verde, Verissimo, A Sua immagine e Le parole, a suggestive mostre internazionali, come la mostra “Cherry Blossoms”, tenutasi a Parigi nel 2021/2022 (in occasione della quale una frase di Caramagna ha accompagnato un’opera di Damien Hirst, il più importante artista vivente), continuando con murales, scalinate e pannelli artistici in numerosi comuni italiani. Il suo hashtag sui social è tra i più usati (#fabriziocaramagna), a dimostrazione del grande successo e della pregnante attualità della sua scrittura, che ha trovato una piena realizzazione anche nelle proprie opere, due bestseller di notevole diffusione: Il numero più grande è due (2019) e Se mi guardi esisto (2020). Caramagna è sempre attivo con le sue straordinarie parole e la sua produzione sul proprio blog.
Ma andiamo direttamente ad ascoltare direttamente la sua voce, per calarci completamente nella bellezza e immergerci, appunto, nella ricerca della meraviglia.
“Gli aforismi sono come i messaggi in bottiglia. Possono viaggiare negli oceani senza mai arenarsi su spiagge abitate. Oppure possono arrivare in quello strano posto che è la sensibilità. E quando qualcuno apre la bottiglia, sorride, pensa, soffre e si emoziona.” Parto da questa bellissima frase, presente sul suo blog (https://fabriziocaramagna.com/), per chiederle quanto sia potente oggi la parola, in un periodo in cui le informazioni viaggiano forse sin troppo veloci e le notizie si rincorrono fino a contraffarsi talvolta, e pertanto la ricerca dell’essenza e della verità, nonché della meraviglia, diviene più difficile. Qual è la forza dell’aforisma in questa società liquida e quanto ancora noi esseri umani siamo in grado di emozionarci?
Le parole fanno fatica a descrivere le cose, ma le parole sono la realtà più profonda dell’uomo. Senza le parole l’uomo non è muto, è inesistente. Ma è sempre più difficile amare la parola e le sfumature delle parole in un mondo così brutalmente esposto ai luoghi comuni e alla ripetitività. Faccio una profezia. Come adesso stanno sparendo a una a una le edicole, perché nessuno legge più i quotidiani, così in un futuro non tanto lontano (2040, 2050?) spariranno tutte le librerie perché nessuno leggerà più i libri. E non finirà qui. Arriverà un momento in cui la gente non userà più le parole e per parlare avrà un vocabolario limitato di 500-1000 termini, non sapendo più il significato di tantissimi termini come "accidia", "baluginio", "demagogo", "grottesco", "scrupolo", "tabù", “volubile”, "vulnerabile", "zelo" e così via. I dizionari saranno degli oggetti misteriosi e, sfogliandoli, si ignorerà il significato di almeno il 99% delle parole contenute. Sarà il penultimo stadio prima dell'ultimo: il linguaggio fatto di grugniti, emoticon e gesti. In questo contesto anche l'aforisma sta perdendo la sua forza, al pari delle parole. Per parecchi anni l'aforisma è stato un modello perfetto, per chi andava di fretta e aveva bisogno di un pensiero immediato e rapido. Ma adesso è cambiato tutto. La gente continua ad andare di fretta, ma non ha più voglia di pensare, non ha più bisogno di questi pensieri che mettono in moto il cervello, attraverso una ginnastica cognitiva, spingendoci a riflettere su noi stessi. Non è una mia impressione. Guardando le statistiche dei principali siti web di aforismi e dei social, l'uso della citazione e dell'aforisma è sempre meno diffuso. Non faccio nomi, ma i 3 principali siti di aforismi in Italia hanno perso in un anno il 50% di traffico. Si sono dimezzati con un crollo drammatico. La gente ha sempre meno voglia di pensare.
Ho fatto uno studio sui principali profili di influencer Instagram. Una volta i vip usavano molto gli aforismi. Adesso usano espressioni di questo tipo: “My favorite place”, "Settimana meravigliosa", "Red Passion", "Verso nuove avventure", "Buon risveglio a tutti", "Ready to go",, "L'ora più bella", "Best of these days", "Sunset vibes", "Miami Style", "Details", "Day 3", "Woman in black", "Happy!", "Night out" e così via all'infinito. Ho trovato fino a 300 espressioni simili, che rimbalzano da un profilo all'altro di Instagram, creando un villaggio globale del vuoto. Già l'aforisma non era presente in libreria, nelle antologie di letteratura e nei festival letterari. Adesso l'aforisma sta sparendo anche dal web. Io, Fabrizio Caramagna, scrittore di aforismi, mi sto avviando verso la mia inesistenza.
Il suo romanzo “Il numero più grande è due”, primo romanzo poetico al mondo la cui trama è composta esclusivamente da aforismi e poesie brevi, rappresenta pienamente non solo la sua costante ricerca della meraviglia, ma altresì la sperimentazione di generi letterari. Questo anche a dimostrazione di come la forza della parola risieda proprio nella sua poliedricità e polivalenza, nonché, spesso, nella sua brevitas di oraziana e catulliana memoria. “Non è miliardi di miliardi il numero più grande che ci sia. Il numero più grande è due.” Perché, dunque, il numero più grande è proprio due e quanto l’Amore rappresenta la grandezza e la completezza dell’essere umano?
In una società narcisista ed egocentrica, in cui tutti vogliono essere il numero Uno e nessuno vuole essere il numero Zero, io dico che il numero più bello è il Due, perché è il numero in cui due esseri si completano, unendo le rispettive metà. In questo mondo sempre più cinico ed egoista, l'unico sentimento che ci è rimasto è l'innamoramento, la passione, l'amore, il brivido di sentire un'affinità e una complicità con l'altra persona. Quando amiamo parliamo il linguaggio più bello del mondo: il linguaggio del cuore.
“Se mi guardi esisto” è una storia d’amore, un libro sull’empatia, un cantico dedicato alle creature sensibili che attraversano tempeste silenziose per salvare il mondo, come è scritto sul suo blog. Con una scrittura narrativa ancor più potente e suggestiva, continua la sua sperimentazione come nel precedente romanzo, creando una storia d’amore romantica e ricca di colpi di scena. Ma l’Amore, inteso nella sua accezione particolare nonché in quella generale, come l’amore per la vita, per il creato, per la bellezza, per la poesia e per il mondo che ci circonda, riesce ancor oggi a far sentire la sua potenza, come avviene nella sua opera, librandosi per aria e rimanendo scevro da ogni negatività, oppure è talvolta oppresso e imprigionato nei dettami e nei pregiudizi dell’esistenza odierna? Quanto ancora possiamo fare per far risplendere l’amore e illuminare con esso anche i lati più oscuri del mondo, e in quale maniera?
Come dicevo prima, l'amore è l'unico sentimento che ci è rimasto, in un mondo sempre più arido e cinico. Ma l'amore è cambiato molto rispetto ai tempi di Shakespeare e di Romeo e Giulietta. L'amore eterno e "il per sempre" non esistono più. L'amore non si misura più in durata ma in intensità. L'amore può essere infinito, ma non eterno. Le generazioni dei nostri nonni che stavano insieme tutta la vita sono state sostituite da una generazione che vive l'amore "a tempo" e che vive una sorta di "nomadismo" sentimentale. A volte una storia d'amore può durare pochi mesi e in quei pochi mesi c'è tutto: l'incontro, l'innamoramento, la condivisione, il prendersi cura, le prime incomprensioni, i litigi, le assenze, gli addii. È tutto incredibilmente concentrato. C'è anche da dire che in molti uomini manca un'educazione sentimentale. Molti di loro continuano a vedere l'amore come una forma di ricatto, manipolazione, possesso, trofeo narcisistico. Le donne amano con il cuore, ma quanti sono gli uomini che amano davvero con il cuore? Sono ormai troppi gli episodi di cronaca che ci mettono di fronte a uomini che non riescono più a vivere una relazione d'amore sana e non violenta. Negli ultimi 20-30 anni la donna è cambiata, si è emancipata, evoluta, mentre molti uomini sono rimasti ancora indietro.
Seguendo la straordinaria scia della sperimentazione e dell’incanto, lei ha inaugurato nel dicembre 2022 una collana intitolata “Collana di Meraviglie”, che è disponibile solo su Amazon. Il primo volume della collana si intitola “Angeli-Aforismi e brevi storie segrete”: una serie di poesie e aforismi sulla vita degli angeli nel segno della delicatezza, dell’incanto e della fantasia. Concentrandoci sui termini meraviglia, delicatezza, incanto, fantasia e rimembrando quanto, magari da più piccoli, questi termini ci abbiano accompagnato, cosa si può fare oggi per mantenerli saldi e intatti dentro di sé e vivere conseguentemente in pace, serenità e armonia col mondo? È ancora possibile meravigliarsi come il fanciullino pascoliano, rimanere incantati, restare immersi nella fantasia e nutrirsi di delicatezza?
Io ormai trovo lo stupore, la meraviglia, la delicatezza solo quando scrivo o quando sono in mezzo alla natura. Quando sono in mezzo all'umanità provo sempre più un senso di soffocamento e straniamento dovuto a un imbarbarimento progressivo di questa società. Anziché parlare con gli uomini, preferisco andare a parlare con un fiordaliso in un prato o con una quercia secolare. Come scrivo in un aforisma: "Gli alberi non dormono. La quercia fuori dalla mia finestra inizia a parlarmi non appena è buio. Con i suoi rami gesticola come se volesse raccontarmi cosa è successo nel giorno". In questo mondo le anime pure ci sono ancora, ma sono sempre più nascoste.
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