di ENZO COSENTINO
Il Pd catanzarese “viaggia” verso il tanto atteso congresso che dovrà eleggere i nuovi organismi del Partito. Dare, o tentare di dare, una dimensione sicuramente più funzionale al suo ruolo. Nella corsa alla segreteria provinciale c’è già ufficialmente un candidato: Salvatore Passafaro, attuale coordinatore dei Circoli del Capoluogo e comunque attento a tutte le problematiche del territorio della provincia. Lo abbiamo intervistato facendo con lui un ampio giro di orizzonte sulla situazione nel Partito anche relativamente al nodo che dovrà essere sciolto al più presto e riguarda la indicazione che il Pd deve dare sulla candidatura a Sindaco di Catanzaro.
Passafaro, subito una domanda diretta: il neo segretario regionale del suo partito vuole affrontare prioritariamente alcune questioni inerenti al Pd catanzarese. Da dove partire?
“Nicola Irto ha le idee chiare su cosa fare per rilanciare un partito che esce da anni di commissariamento e da due recenti sconfitte alle elezioni regionali. Il PD catanzarese, al pari del resto della regione, ha la necessità di ritrovare punti di riferimento forti da cui ripartire e individuare delle linee politiche ben precise da seguire. Il nuovo segretario regionale ha definito chiaramente la strada da percorrere nella sua mozione congressuale ora non bisogna fare altro che affiancarlo in questa nuova fase e rendersi utili per rigenerare il partito.”
Dopo il Congresso Regionale arrivano quelli territoriali e la Federazione provinciale di Catanzaro ne ha proprio bisogno per rimettere il partito sulla retta via.
“Si, i congressi territoriali al pari di quello regionale servono a completare la fase organizzativa del partito. Il congresso della federazione di Catanzaro è particolarmente importante perché da qui a breve ci saranno le elezioni amministrative nel comune capoluogo di regione. Il nuovo segretario provinciale avrà il compito di riorganizzare il partito in un territorio in cui si sente la necessità di un’organizzazione forte e dinamica. Il lavoro da fare è molto a partire da una ricognizione dei circoli e a mio avviso, da una vera e propria riforma dell’organizzazione territoriale. La Federazione provinciale deve riuscire a favorire l’attivismo di militanti e cittadini e nello stesso tempo far sentire la propria presenza in tutte le questioni politiche di interesse del territorio.”
Lei è l’unico candidato alla segreteria provinciale di Catanzaro (è stato l’unico a presentare la candidatura prima dello slittamento). Potrebbero esservene altri? C’è la possibilità di trovare un collante per evitare inutili scontri?
“Ho presentato la mia candidatura accompagnata da una mozione nella quale riporto alcuni punti chiave per far ripartire la federazione di Catanzaro. Io ritengo che i congressi debbano essere il momento in cui un partito decide la sua linea politica, per questo motivo chi si candida deve proporre un progetto quanto più chiaro e trasparente possibile. A mio avviso la federazione deve riscoprirsi una comunità politica che condivide principi e valori e la sua classe dirigente deve farsi carico di alzare il livello del dibattito proponendo nuovi modelli di sviluppo. Alla gente non interessa quando parliamo di noi stessi, ma si dimostra molto sensibile quando proponiamo soluzioni ai fabbisogni della vita quotidiana. Una cosa è parlare di dinamiche congressuali intese come momento di sistemazione di equilibri interni, un’altra è affrontare un congresso in cui diciamo cosa vogliamo fare ad esempio per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro oppure come favorire la mobilità interprovinciale facilitando gli spostamenti dalle proprie abitazioni ai luoghi di studio, lavoro o di svago. L’interesse dei cittadini è direttamente proporzionale alla nostra capacità di affrontare questioni che li riguardano direttamente. Nei congressi non ci dovrebbero essere scontri, ma solo confronto tra mozioni politiche. Solo partendo da esse si possono trovare soluzioni unitarie.”
La politica spartitoria delle correnti continua ad avere un ruolo importante nelle fasi congressuali. A tal proposito pare che anche la CGIL stia entrando nei congressi come una vera e propria corrente.
“A riguardo Nicola Irto è stato chiaro quando dice che bisogna “far esplodere il tema delle correnti”. Avere aree di sintesi all’interno di un partito è normale, non è normale se le stesse diventino vere e proprie ‘lobby’ interne per assicurarsi posizioni di potere. Sulla CGIL credo che possa dare un contributo importante soprattutto sui alcuni temi, sarebbe però inopportuno se pensasse di entrare a gamba tesa sull’autonomia del partito addirittura cercando di influenzare la fase congressuale. Non credo però che ciò stia avvenendo.”
Lei ha fatto una interessante esperienza, quale coordinatore PD del Capoluogo, cercando di realizzare iniziative unificanti. C’è riuscito?
“Si, per la prima volta i cinque circoli della città sono uniti in un progetto comune. Un lavoro importante è stato svolto dai segretari di circolo e dal segretario dei Giovani Democratici. Fin dall’inizio siamo partiti dal presupposto che il Partito Democratico deve riscoprirsi un partito federatore in grado di unire tutte le forze progressiste, riformiste, ecologiste e civiche della città. Siamo riusciti a superare inutili pregiudizi che in passato hanno impedito il dialogo con le forze politiche del nostro stesso campo e ad oggi abbiamo lavorato alla creazione di una coalizione larga e inclusiva. Se non avessimo fatto questo lavoro, a quest’ora avremmo avuto un centro sinistra completamente disgregato come è accaduto in passato, invece ora abbiamo una coalizione che rappresenta una base solida sulla quale continuare a costruire un progetto che può essere vincente.”
Nella vita “nuova” del Pd a Catanzaro e provincia cosa vi sarà veramente di nuovo rispetto al passato?
“Spero un “metodo nuovo” che consenta di tenere il passo con le dinamiche sociali e politiche moderne. La società cambia e di conseguenza cambia anche il modo di fare politica. Se continuiamo a ragionare con gli schemi propri dei partiti politici del passato rischiamo di non riuscire a leggere e comprendere i cambiamenti della società e di conseguenza non intercettare il consenso delle persone. E’ necessario che il Partito Democratico si faccia cinghia di trasmissione tra la gente e le istituzioni e per farlo deve saper parlare alla gente con un linguaggio semplice e diretto e nello stesso tempo utilizzare i propri rappresentanti istituzionali per dare concretezza all’azione politica.”
Pd a Catanzaro leader del Nuovo Centrosinistra che però non dà l’impressione di essere “una pigna”.
“Nel Nuovo Centrosinistra non ci sono leader, ma tutti contribuiscono a rafforzare un progetto politico nell’interesse della città. E’ normale che in alcune fasi e su alcune scelte non tutti possono essere d’accordo. Le posizioni di dissenso fanno parte della vita di un partito politico, ma acquistano valore e diventano costruttive solo se fatte nelle sedi opportune. Abbiamo fatto molte assemblee cittadine, peraltro pubbliche (con la stampa presente), dove non sono mai emerse posizioni particolarmente distanti dalla linea tracciata dai circoli della città. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato puntualmente riportato durante le riunioni con gli iscritti che a loro volta hanno dato mandati specifici al coordinamento cittadino. Tutti hanno avuto la possibilità di esprimersi liberamente anche coloro che, dopo anni, si erano tesserati qualche giorno prima delle assemblee senza aver mai partecipato al percorso di ricostruzione del partito cittadino.”
Altro problema incombente la scelta del candidato a Sindaco del Capoluogo. C’è veramente confusione e tanta divisione?
“Come dicevo prima abbiamo fatto esprimere gli iscritti al partito, che in maniera molto matura, hanno semplicemente rimarcato la necessità di lavorare per mantenere unità la coalizione. Partendo da questo presupposto si è cercato di capire chi, tra i vari candidati, poteva garantire questo scopo. A riguardo non ci sono state note ufficiali da parte del partito cittadino in quanto è più che ovvio che, trattandosi di uno dei quattro capoluoghi di regione, ci sarà l’attenzione della segreteria nazionale e la decisione verrà presa in accordo con i nuovi organismi di partito. Inoltre c’è da considerare sia il quadro delle alleanze nazionali che il “Nuovo Centrosinistra” rispecchia alla perfezione, sia lo scenario politico che emergerà dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Io non vedo confusione, ma solo chi strumentalmente cerca di provocarla. Catanzaro non è un piccolo comune e quindi non può essere estraneo alle dinamiche nazionali. Ad essere diviso invece è il centro destra che vive una vera e propria crisi esistenziale provocata dal fallimento amministrativo degli ultimi 10 anni. La città è completamente abbandonata a sé stessa e la maggioranza in consiglio comunale si è liquefatta come dimostra la fuga verso il gruppo misto.”
Ma il Pd a Catanzaro e provincia diventerà un partito governabile e di governo?
“Se si lavora tutti insieme, se si riparte da ciò che ci unisce, allora tutto diventa possibile. Le condizioni si possono creare con il rispetto delle regole e con il rispetto del lavoro di tanti militanti che si spendono quotidianamente e gratuitamente per il Partito Democratico. A Catanzaro abbiamo dimostrato che il PD è stato capace di sapersi governare in una fase complicata come quella del commissariamento. Per questo motivo sono più che convinto che, partendo dagli iscritti più “attivi”, anche la Federazione provinciale può ripartire e ottenere risultati importanti.”
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