L'intrigo della determina "interpretativa" su Germaneto e Giovino

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Palazzo De Nobili
  11 luglio 2019 10:37

C’è una pratica che scotta al Comune di Catanzaro. L’atto è la perimetrazione delle aree di Germaneto e Giovino, e molto presto potrebbe produrre scossoni a Palazzo De Nobili. È una questione di linee geografiche, di metri e di forma. Non è la tripartizione di Giovino di cui si è tanto discusso nella prima parte dell’anno, bensì la fissazione, su mappa, delle zone incluse (o escluse) dall’applicazione del Piano Casa. Seppure ad elevato coefficiente tecnico, già da un anno il documento è entrato nella sezione del menù municipale alla voce “polpette avvelenate”. La disfida, a tratti molto ruvida, è stata lanciata dal consigliere comunale di minoranza Sergio Costanzo nei confronti dell’assessore all’urbanistica Modestina Migliaccio (supportata dal dirigente del settore Giuseppe Lonetti).

La nuova perimetrazione di Germaneto e Giovino è stata decisa con determina dirigenziale nel luglio del 2018 andando tuttavia ad incidere sul Piano Casa, adottato invece con delibera del Consiglio comunale (marzo 2017), quindi con un atto giuridicamente diverso. Il consigliere di Fare per Catanzaro ha contestato da subito questo aspetto, mentre Migliaccio (Fi) e il dirigente Lonetti hanno sempre difeso la legittimità dell’atto, anzi hanno sostenuto il passo in avanti in termini di trasparenza poiché si rende meno discrezionale la fase di istruttoria. La determina contestata, che poi è stata intesa come una “direttiva-interpretativa” portava la doppia firma. Dello stesso Lonetti e del dirigente di Edilizia Privata e Sue, poi deceduto, Rino Amato. E dire che la perimetrazione spettava come obbiettivo addirittura ad un terzo dirigente, che poi non ci mise mano.  

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A quanto pare, sentendo fonti della stessa maggioranza di centrodestra, si ritiene non aggirabile la necessità di dover fare una sorta di “passo indietro”, cioè di tornare in Consiglio a discutere della perimetrazione. Se così fosse, sarebbe l’implicita ammissione che qualcosa non quadrava. E allora dovrebbe chiedersi chi abbia deciso di “accontentarsi” di una determina in luogo di una delibera consiliare. Agli atti della burocrazia comunale risulta una nota interna dell’assessore Migliaccio (in risposta ad una richiesta di chiarimento) in cui: «Si evidenzia che la questione sollevata deve essere risolta con urgenza nonché con l’emissione di una direttiva interpretativa a firma dei dirigenti firmatari della delibera del consiglio e relativa all’adempimento del Piano Casa». La missiva è datata 7 novembre 2017. Circa otto mesi prima dell’adozione della determina “interpretativa” incriminata. Nelle settimane scorse delle carte relative alla perimetrazione (e non solo) se ne sono interessati pure i Carabinieri.   

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g.r.

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