di DOMENICO PALESSE
Niente da fare, i docenti non in regola con il Green pass dovranno restare a casa. A stabilirlo sono due decreti con cui il Tar del Lazio ha respinto oggi la richiesta di sospensiva dei provvedimenti del ministero della Salute avanzata da alcuni sindacati di categoria. "Il diritto del personale scolastico a non vaccinarsi - scrivono i magistrati - non ha valenza assoluta né può essere inteso come intangibile" e per questo la sospensione viene ritenuta "giustificabile".
La frangia degli "irriducibili" anti-Green pass, dunque, dovrà rassegnarsi alle disposizioni del governo, compreso il professore di Torino che per il secondo giorno consecutivo è stato respinto dal preside, con tanto di intervento dei carabinieri. Intoppi, burocrazia e certificati a parte, la scuola si prepara a ripartire e dal 13 settembre, data di inizio ufficiale dell'anno scolastico, le classi i cui alunni sono tutti vaccinati potranno liberarsi delle mascherine (per Fratelli d'Italia una decisione "senza giustificazione scientifica") e "tornare a sorridere", come ha detto in conferenza a palazzo Chigi il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. "La campagna vaccinale è stata abbracciata con grande entusiasmo dai giovani - le parole del premier Mario Draghi -, l'adesione massiccia dei giovani e la copertura estesa a livello nazionale ci permette di affrontare con una certa tranquillità e con minore incertezza dell'anno scorso l'apertura elle scuole. La scuola in presenza è sempre stata una priorità". A dieci giorni dalla prima campanella, l'obiettivo della riapertura in presenza appare essere ampiamente alla portata, grazie anche all'impennata degli under 19 vaccinati (ad oggi sono circa il 60% della platea) e alla copertura pressoché totale (quasi il 91%) dei docenti. "Bisogna fare in modo che le percentuali siano ancora più elevate - sottolinea il presidente dell'Associazione presidi, Antonello Giannelli -. Ricordiamo che il 10% di non vaccinati è pari comunque a 80 mila docenti. Facciamo di tutto perché questo numero sia ridotto al minimo".
Ad oggi, secondo giorno dei recuperi, tutte le 8.500 scuole d'Italia sono aperte, come ha annunciato il ministro Bianchi. "Abbiamo lavorato moltissimo - ha spiegato -. Facendo i concorsi abbiamo messo in ruolo quest'anno 59mila insegnanti, l'anno scorso erano stati 19mila, quindi sono tre volte tanto". Il ministro ostenta fiducia anche sulla campagna vaccinale, sottolineando l'aumento considerevole soprattutto "fra i 16 e i 19 anni". A questo si aggiungerà anche lo screening che sarà effettuato in alcune "scuole sentinella", tra elementari e medie, in modo da "garantire anche i ragazzi più piccoli". "Non parlerei di ritorno alla normalità - le parole del ministro - perché la scuola che noi consideriamo 'normale', quella del pre-pandemia, lasciava indietro molte persone. Io non voglio tornare a quella 'normalità' ma avere una scuola che non lasci indietro nessuno".
E mentre domani prenderanno il via i test di medicina, ennesimo banco di prova per i controlli sui Green pass (obbligatori per gli studenti universitari), in diverse scuole italiane si registrano ancora casi di docenti e collaboratori respinti all'ingresso perché sprovvisti del certificato verde. Il più clamoroso è quello del professore di francese dell'Istituto Curie-Levi di Torino che, per il secondo giorno, si è presentato senza il pass. Di fronte alla richiesta del preside di uscire si è rifiutato costringendo il dirigente a chiamare i carabinieri. Situazione simile a San Martino di Lupari, nel Padovano, mentre a Fano, Pesaro e Parma è stato negato l'ingresso ad alcuni docenti sprovvisti del certificato. All'Istituto comprensivo Su Planu di Cagliari è toccato invece a due collaboratori scolastici delle elementari che pretendevano di entrare a lavoro nonostante non fossero in regola con la documentazione.
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