"Lo giuro!", presentato a Catanzaro il calendario 2026 dell'Esercito

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Alla caserma “Florestano Pepe – Edoardo Bettoja” una platea di studenti, autorità civili e militari entra nel cuore del giuramento, tra storia, linguaggio e responsabilità condivisa, mentre il nuovo CalendEsercito prende forma come racconto collettivo di un Paese in trasformazione.

  10 dicembre 2025 11:34

di GUGLIELMO SCOPELLITI


La sala della caserma “Florestano Pepe – Edoardo Bettoja” si riempie lentamente, mentre gli studenti — venticinque scuole tra presenza e collegamenti web — seguono il brusio dell’attesa che precede la presentazione del CalendEsercito 2026. L’atmosfera appare subito concentrata, quasi sospesa, come se il tema scelto per questa edizione, il giuramento militare, avesse trovato un pubblico disposto ad ascoltarlo senza distrazioni.

Il contesto emerge con chiarezza nelle parole introduttive della moderatrice, Patrizia Canino, che ricorda come il titolo “Lo Giuro!” richiami l’ottantesimo anniversario della legge del 1946 che fissò la formula del giuramento delle Forze Armate, in coincidenza con gli ottant’anni della Repubblica.

Con la moderazione della giornalista Patrizia Canino, il percorso prende avvio in un clima rigoroso e partecipe, in cui convivono il linguaggio della tradizione e lo sguardo di un esercito impegnato a raccontarsi con strumenti contemporanei.

Canino introduce l’evento spiegando che “‘Lo giuro’ richiama idealmente l’ottantesimo anniversario della legge numero 478 del 23 dicembre 1946, con la quale si fissò la formula del giuramento degli appartenenti. È sempre attuale un impegno profondo che ogni soldato ha condiviso con la patria, con la sua storia e con tutti coloro che hanno servito la nostra nazione”. La giornalista saluta autorità, studenti e docenti, soffermandosi sulla presenza in collegamento di molti istituti calabresi e ringraziando il comandante per la fiducia rinnovata nella conduzione dell’incontro, quindi introduce gli ospiti chiamati a illustrare i dodici mesi del nuovo calendario.

Il colonnello Ugo Gaeta, prendendo la parola davanti alla platea, insiste sul ruolo dei giovani e sulla necessità di raggiungerli con un linguaggio efficace: “Sono collegati con noi tantissimi istituti scolastici della Calabria, e devo ringraziare l’Ufficio Scolastico Regionale perché ci consente di trasmettere messaggi valoriali che riteniamo importanti per il Paese, soprattutto in un periodo complesso”. Gaeta ricollega la struttura del CalendEsercito alla trilogia dedicata a tecnologia, addestramento e valori e aggiunge che “il focus di quest’anno è rappresentato dai valori che animano il lavoro dei militari e un approfondimento viene fatto sul giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana, atto solenne che accompagna tutta la carriera”. Il comandante ricorda che i testi sono firmati dagli allievi delle scuole militari, rendendo il calendario uno strumento di comunicazione costruito attraverso la voce delle nuove generazioni.

La professoressa Donata Chiricò racconta l’emozione di trovarsi davanti a un tema che intreccia filosofia, linguaggio e responsabilità pubblica, parlando di una tradizione antica che attraversa il Mediterraneo. Chiricò cita Cicerone ricordando che “il giuramento è l’affirmazio religiosa”, una dichiarazione che assume valore di legge perché la parola data è sacra e vincola chi la pronuncia. La docente osserva che “parlare è un atto etico, un impegno verso il mondo, verso gli altri e verso se stessi”, sottolineando come anche per le Forze armate la difesa coincida con la tutela della pace e della dignità delle persone.

Il Tenente Colonnello Ruolo d’Onore Giuseppe Campoccio porta la sua esperienza sportiva e militare mettendo al centro la disciplina e la dedizione quotidiana: “Sono passati 38 anni dal mio arruolamento, sono ancora qui perché gli elementi fondamentali che ho ritrovato nello sport coincidono con quelli delle Forze armate: valori, dovere, rappresentanza della nazione”. Riferendosi direttamente agli studenti aggiunge che “credere in voi stessi è fondamentale, noi siamo qui per aiutarvi a costruire quei capisaldi che serviranno nella vita”, invitandoli a percepire la divisa come vocazione e non come semplice mestiere.

Il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, chiude la serie degli interventi parlando del rapporto tra istituzioni e giovani, richiamando il messaggio del Capo di Stato Maggiore sull’impatto della tecnologia. Rivolgendosi alla platea osserva che “dobbiamo cambiare mentalità di fronte all’evoluzione tecnologica e parlare ai ragazzi con il linguaggio dei ragazzi, perché solo così le istituzioni riescono a comunicare davvero”. De Rosa intreccia il tema del giuramento con il dovere civico e aggiunge che “si parla molto di diritti e poco di doveri, mentre dietro quella formula si nasconde un impegno che riguarda tutti, anche nelle forme di partecipazione democratica”.


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