di GABRIELE RUBINO
Non è esattamente una novità, ma fa sempre un certo effetto. L'azienda ospedaliero-universitaria 'Dulbecco' ha chiesto alla 'sorella' Asp di Catanzaro di sloggiare gli uffici amministrativi. Entrambe sono enti pubblici, entrambe ricadono sotto l'ombrello della sanità regionale ed entrambe condividono una porzione di sede, quella conosciuta come Madonna dei Cieli. Insomma, finché la lite è fra un privato e un altro siamo nella normalità, più o meno lo stesso se la tenzone è fra pubblico e privato, ma se lo scontro è fra pubblico e pubblico fa sempre un certo effetto.
Qual è il problema? La proprietà era prima del 'Pugliese' e quindi è stata 'ereditata' dalla Dulbecco. Per anni, sono stati ospitati (gratis) nella stessa sede uffici dell'azienda sanitaria provinciale. Un palazzo 'condiviso'. Però, non appena la 'Dulbecco' si è accorta che la prima forma di integrazione doveva passare dal segmento amministrativo (cioè nei primissimi mesi dopo l'unificazione) ha pensato che sarebbe cosa buona e giusta far 'convivere' i dipendenti dell'ex Pugliese con quelli dell'ex Mater Domini. Ci fu una formale richiesta dell'azienda unica ma la cosa è caduta nel dimenticatoio.
A quanto pare, nei giorni scorsi, la 'Dulbecco' è tornata alla carica con lo stesso concetto. Questa volta, segnala chi ha visionato la missiva, con toni meno concilianti rispetto al passato. Anzi, con sfumature di una certa brutalità. Secondo la visione dell'azienda unica, l'impostazione dura e ortodossa sarebbe stata, di fatto, imposta da collegio dei revisori. Certo, perché in ballo ci potrebbe essere anche una questione erariale. Un braccio di ferro a tutti gli effetti.
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