Lo sfogo di Agata: "Il ristorante "Da Moreno" infangato solo per colpire i nostri clienti"

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Agata Di Seclì
  01 agosto 2019 13:29

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Agata Di Seclì, moglie di Moreno Tortorelli, il ristoratore di Soverato tornato completamente libero dopo essere rimasto coinvolto nell'inchiesta antidroga "Last generation"

Ho atteso molto prima di scrivere queste righe e l’ho fatto perché ho ritenuto più importante, in quei momenti difficili, occuparmi dei miei figli, di mio marito e dell’attività commerciale che rappresenta l’unica fonte di sostentamento per la nostra famiglia.
Scrivo perché oggi Moreno è libero e potrà tornare a lavorare.
Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto mio marito saranno chiarite nelle sedi opportune, perché le condanne devono essere emesse solo dopo un processo, da magistrati, nelle aule di tribunale, in presenza di prove certe e indiscutibili e non certo attraverso una crudele gogna mediatica.
Scrivo perché finalmente posso sfogare il mio profonda sconcerto contro i forcaioli senza etica che hanno ritenuto di dover provare a distruggere non solo mio marito, ma un’intera famiglia.
Scrivo perché sono madre di due figli che sono i primi ad aver subito le conseguenze di certi impeti giustizialisti.
Scrivo perché mi hanno insegnato che il Garantismo è insito nella Costituzione. Scrivo perché nessuno avrebbe dovuto citare il nostro ristorante e così danneggiare l’immagine di un luogo che non è stato mai coinvolto nell’inchiesta giudiziaria ed è per questa ragione che ho potuto continuare a gestirlo senza nessuna restrizione.
Scrivo perché mi ha fatto orrore che alcuni sciacalli abbiano utilizzato le vicende che riguardano mio marito solo per screditare “gli imprenditori catanzaresi” nostri clienti ed abbiano generato conseguenze enormi sulla presenza di clienti nel nostro ristorante.
Questo è pettegolezzo becero finalizzato solo ed esclusivamente a colpire qualcuno appartenente ad una certa “categoria”, una categoria che desta attenzione per la posizione sociale di chi la rappresenta e per ottenere questo si passa sopra ad un’intera famiglia: questo è gossip. Questo è speculazione scandalistica.
Scrivo perché nel nostro ristorante lavorano delle persone e queste persone hanno delle famiglie e ledere in maniera strumentale ed ingiusta l’immagine di un luogo che non è stato assolutamente coinvolto nei fatti giudiziari, significa togliere il lavoro a chi con quel lavoro ci campa e soprattutto a chi non ha alcuna responsabilità in un’inchiesta che al momento, ripeto, non ha portato ad alcuna condanna.
Ho fiducia nella giustizia. Ho scritto perchè sono una donna, una moglie, una madre, una datrice di lavoro, una ristoratrice ed ognuno di questi ruoli mi imponeva di farlo.

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Agata di Seclì

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