di FRANCESCO IULIANO
Una storia incredibile, quella che vede protagonista la dottoressa Flavia Vaglio di Faenza, cardiochirurgo, sino a luglio del 2020 in forza al personale medico del S.Anna Hospital di Catanzaro.
Era il 3 agosto del 2020 quando, con l’Italia nel pieno dell’emergenza Covid 19, l’ufficio amministrativo della struttura cittadina ha comunicato alla dottoressa Vaglio ‘la sospensione ed il recesso con effetto immediato, del contratto libero - professionale’.
Il motivo? La dottoressa non risultava iscritta all’Albo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Parma. Ma non perché la dottoressa Vaglio non fosse in possesso dei titoli di studio necessari per l’esercizio della professione medica, ma solo perché, negli ultimi due anni, aveva omesso il pagamento delle quote annuali di iscrizione all’Albo dell’Ordine di appartenenza.
Omissione subito sanata dalla dottoressa nei primi giorni dello stesso mese di luglio. Qualche giorno ancora, e la dottoressa Vaglio inoltra anche la domanda di reiscrizione all’Albo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Parma.
Posizione sanata? Niente affatto. Da quel momento, per la dottoressa Vaglio è iniziata una vera e propria odissea. Un braccio di ferro tra lei e l’Ordine di Parma che, da quasi tre anni, la costringe a rimanere a casa senza alcuna possibilità di riprendere la sua professione.
Ma la posizione della dottoressa si aggrava quando da Parma arrivano le motivazioni della mancata reiscrizione all’Albo. Il Consiglio dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, con la delibera numero 1 del 28 ottobre del 2020, ha disposto infatti di non iscrivere la dottoressa Flavia Vaglio, ‘per mancanza, in capo alla stessa, del requisito della buona condotta’.
Un macigno per la dottoressa che, da quel momento, ha avviato un percorso legale in difesa della sua persona e della sua professione.
“Sono arrivata in Calabria a giugno del 2017 - ha commentato la dottoressa Vaglio - lavorando in diverse strutture sanitarie. A marzo del 2020, quindi, ho accettato l’invito del dottore Maselli del S. Anna Hospital, che mi ha proposto di lavorare, in qualità di cardiochirurgo, presso la struttura sanitaria catanzarese. Andava tutto perfettamente bene sino a quando, a seguito della mia richiesta di beneficiare dei contributi Covid previsti per i sanitari, sono venuta a conoscenza che non avrei potuto accedervi in quanto non in possesso del requisito di iscrizione all’Albo dei Medici. Da quella risposta, è iniziato il mio calvario che tuttora mi porto dietro e per il quale non intravedo alcuna soluzione se non quella legale. Una situazione incresciosa e penalizzante sia sotto il profilo personale che professionale”.
Una vicenda che la dottoressa Vaglio ha pensato di risolvere coinvolgendo anche le Istituzioni nazionali. “Ho scritto al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Regione Calabria, senza mai ricevere, da nessuno di questi, alcun sostegno e/o risposta. Sono un cardiochirurgo da quasi 20 anni e, nonostante abbia cambiato diverse sedi di lavoro in Italia ed all’estero, non ho mai voluto trasferire l’iscrizione all’Albo dell’Ordine dei Medici di Parma. Negli anni della mia attività, non ho mai ricevuto un richiamo, contestazioni e/o sanzioni disciplinari ed ora, non poter più esercitare la professione di medico solo perché ho dimenticato di corrispondere per due anni le quote di iscrizione all’Albo, la considero una vera e propria ingiustizia”.
Un caso affidato allo studio dell’avvocato Peppino Mariano di Catanzaro (nella foto).
"La mancata reiscrizione ed il successivo ‘licenziamento’ della dottoressa Vaglio - ha spiegato il legale - ha inevitabilmente provocato anche l’abbandono dei pazienti che seguiva da tempo lasciandoli, quindi, privi dell'assistenza del loro medico di fiducia. Tra l'altro in un periodo di grave emergenza sanitaria e nonostante la conclamata carenza di medici e operatori sanitari di cui soffriva e soffre ancora la regione Calabria. Per quanto accaduto alla dottoressa Vaglio, ritengo che non vi sia alcuna ragione che possa giustificare la delibera dell’Ordine dei Medici di Parma, che ha deciso di non riscrivere la mia assistita, anche alla luce della vigente normativa in materia che, al comma 4 dell’articolo 11 del Decreto del presidente della Repubblica, prevede che ‘il sanitario cancellato dall'Albo è, a sua richiesta, reiscritto quando siano cessate le cause che ne hanno determinato la cancellazione’ ".
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