Una maggioranza perennemente in crisi è costretta ad utilizzare le cosiddette “armi di distrazione di massa” per cercare di nascondere le numerose defezioni di cui si rende protagonista, esordisce così una nota stampa delle consigliere Alessandra Lobello e Lea Concolino.
Additare il collega Riccio di sessismo - continuano - è gesto vile e strumentale che, da donne appartenenti alle istituzioni, respingiamo al mittente. Durante l’ultimo Consiglio comunale il collega, parlando della Consigliera Procopi, ha messo in fila una serie di aggettivi: carina, preparata, brillante, intelligente. Motivo per cui si è tentato di metterlo strumentalmente alla gogna. Per cosa poi? Uno dei più accreditati dizionari italiani definisce carina: “una persona gentile; piacevole; graziosa;” ritenendo che il vocabolo sia “molto spesso usato come complimento”.
Ci domandiamo piuttosto perché il presidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco, non abbia proferito parola né espresso solidarietà di alcun tipo, quando l’assessore Cosentino ha definito “handicappati” i diversamente abili? oppure quando l’assessore Scalise, durante una seduta del Consiglio comunale, ha chiamato “Zingari” gli appartenenti all’etnia Rom? E, perché, il Sindaco Fiorita, da sempre vicino alle posizioni dell’Associazione ‘Libera’, non ha preso le difese di una parte del Consiglio comunale quando Capellupo ha riferito che gli esponenti del centrodestra catanzarese usassero il Comune come “cosa nostra”, facendo un chiaro riferimento alla nota organizzazione di stampo malavitoso?
Riteniamo necessario - concludono - alzare il livello del dibattito politico, evitando strumentalizzazioni soprattutto su temi come questi. Le donne in politica ci sono e sanno farsi apprezzare per mezzo del loro impegno e della loro passione. Ed è bene chiarire una volta per tutte che questo femminismo di facciata e radical chic,
tanto caro alla sinistra, non ha nulla a che vedere col vero femminismo, essendo fatto più di desinenze che di contenuti.
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