Lobello: “L’intitolazione delle strade agli ex presidenti regionali era stata approvata dal Comune nel 2014”

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  03 dicembre 2019 18:07

L’intitolazione delle strade agli ex presidenti regionali nell’area della Cittadella era stata approvata e lanciata dal Comune di Catanzaro già nel 2014”.

Lo ha affermato l’assessore alla Toponomastica, Alessandra Lobello, sottolineando “il grave ritardo con cui la Regione targata Oliverio si sia accorta che la delibera comunale, la numero 473, fosse già pronta dal 23 settembre 2014. Aspettava solo che venisse attuata”.

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La delibera, che recepì il parere positivo della commissione consiliare Toponomastica all’istanza presentata direttamente dal sindaco Abramo (nota nr. 71173/2014), fu relazionata dall’allora assessore al ramo Daniela Carrozza. La Regione, facendo orecchie da mercante in tutti questi anni e disconoscendo la delibera comunale, ha inoltrato a Palazzo De Nobili formale richiesta di intitolazione soltanto il 27 novembre scorso.

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“Sia chiaro, sono più che soddisfatta della cerimonia avvenuta ieri, che ha dato il giusto risalto ad alcuni giganti della politica calabrese”, ha aggiunto la delegata di giunta, “ma non posso allo stesso tempo non evidenziare quanto, di Oliverio, in questa scelta ci sia poco: ha il merito di aver allargato l’intitolazione ad altri due uomini di spessore, è stata suggestiva l’idea, già utilizzata in altre sedi, di realizzare una galleria dei ritratti dei governatori. Ma ha sbagliato del tutto la tempistica, perché a meno di due mesi dalle elezioni regionali il sospetto è bello grande, e si è dimenticato di ringraziare pubblicamente l’amministrazione comunale guidata da Abramo che, sull’intitolazione delle strade, aveva già fatto, e in tempi per niente sospetti, tutto ciò che doveva”.

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“Non è la prima volta che il Comune capoluogo subisce uno smacco istituzionale da parte del governatore – ha proseguito Lobello -, ed è spiacevole che il ricordo di personalità di primo livello come Antonio Guarasci, come i due catanzaresi Aldo Ferrara e Bruno Dominijanni, o come Pasquale Perugini e Francesco Principe, sia stato impiegato per una spicciola strumentalizzazione politica che, comunque, nulla toglie alla statura dei cinque. Da Oliverio attendevo ben altra attenzione, e tutt’altra cortesia istituzionale, dopo cinque anni di mancate risposte”.

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