di STEFANIA PAPALEO
Non sono bastate le diffide. Tanto meno gli esposti in Procura. Ancora una volta, l'imprenditore Francesco Faragò si è trovato a fare i conti con l'arroganza di chi si sente il padrone della zona e l'indifferenza di un'Amministrazione comunale che continua a chiudere gli occhi davanti al degrado che contribuisce a ostacolare il decollo nella sua zona marittima. La località è Ruggiero. Il comune è Sellia Marina. È qui che lo stabilimento balneare “Paquito” ha già registrato diverse disdette con riferimento alla prenotazione degli ombrelloni e allo svolgimento di banchetti.
Del resto, quelle sterpaglie che invadono il terreno limitrofo non sono certamente un bel biglietto da visita per chi ha “pensato bene” di cercare il relax in una zona più adeguata, con tanto di danni ingenti già registrati da Faragò. Il quale, tuttavia, non si arrende. Anzi, nel portare avanti la sua battaglia a colpi di carta bollata, carta e penna alle mani l'operatore turistico ha già proceduto a spedire un ennesimo e dettagliato esposto all'indirizzo della Procura della Repubblica di Catanzaro, a firma dell'avvocato Francesco Pitaro (che segue la vicenda giudiziaria insieme al collega Michele Gigliotti), per chiedere la verifica delle presunte irregolarità commesse dagli uffici comunali che, dopo aver proceduto ormai da tempo all’esproprio di parte del terreno in questione, al fine di procedere “ai lavori di Riqualificazione urbana ‘Waterfront Ruggero’ e strade di collegamento”, lo ha lasciato in completo abbandono e senza neanche recintarlo per impedire intrusioni illegittime.
Per non parlare dell'ordinanza con la quale lo stesso Comune di Sellia Marina, a giugno del 2015, ha ordinato a tutti i proprietari della zona di pulire costantemente i terreni, avvertendo che, in caso di omissione, si sarebbe proceduto d’ufficio a spese dei soggetti inadempienti. Il risultato? Nessuno ha pulito niente e i terreni limitrofi allo stabilimento balneare continuano a restare in uno stato di totale degrado igienico/ambientale.
Nè alcun tipo di diserbo è stato portato avanti nella parte di terreno espropriato dal Comune, dove, peraltro, il 24 maggio di quest'anno è stato appiccato un incendio di origine dolosa, che ha portato a peggiorare di gran lunga la situazione in un'area rimasta alla portata di un privato che ne fa tutt'ora quello che vuole, senza che il Comune intervenga, adottando un comportamento omissivo già finito al vaglio della Procura per mano sempre dell'imprenditore Faragò. Che adesso dice basta. E avverte: “Sconti per nessuno”. In attesa che la Procura ripristini la legalità in quella che appare inesorabilmente “terra di nessuno”.
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