di GIUSEPPE SORIERO
Rendiamo omaggio a una personalità prestigiosa che ha dato tanto alla Calabria, al Sud e all’Italia e alla sua vicenda professionale, culturale e politica: Giovanni Travaglini.
Esemplare esponente di quella buona pubblica amministrazione che ha contribuito, sin dagli anni ’50 del secolo scorso, a illustrare pagine positive per la crescita del territorio e dell’economia. Napoli e Roma, Catanzaro a Lecce : sono alcune delle città che hanno scandito la sua attività irrefrenabile, sorretta con amore dalla figlia Laura fino agli ultimi giorni della sua esistenza.
Provveditore alle OO.PP. in Calabria ha dato impulso a studi e azioni sulla tutela del territorio proprio negli anni in cui conclusa la prima fase della Legge speciale Pro Calabria, si discusse non solo della sua proroga, bensì anche dell’avvio di una visione programmatica degli interventi ordinari e straordinari con la CASMEZ e la SVIMEZ. Molto stimato da Giacomo Mancini che gli chiese di trasferirsi da Napoli in Calabria dove contribuì a caratterizzare studi e attività del Provveditorato che furono il perno dei primi documenti del CRPE di programmazione economica e pianificazione del territorio. Questa impostazione poi espresse più compiutamente nella sua funzione nazionale di Presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
Non spetta a me illustrare la sua prestigiosa biografia professionale e parlamentare. A me il ricordo affettuoso dell’ultimo incontro a casa sua, a Roma mesi fa, nel corso del quale ha espresso impetuosamente le sue valutazioni sul mio recente libro Sud 20 anni di solitudine. Avevo concordato con la figlia un rapido saluto di un quarto d’ora, ma lui mi accolse abbracciandomi e dicendo: “qui tu non te ne andrai prima di 2 ore. Ci sono tante cose che si dovranno ancora raccontare sulle difficoltà del sud, sui ritardi, sugli errori, ma anche sulle energie positive che il Sud e la Calabria hanno messo e possono mettere a disposizione per la indispensabile coesione tra Nord e Sud del Paese” Stavamo pensando un dibattito con la SVIMEZ sul suo libro, appena pubblicato dalla figlia Laura assieme a Ruggiero Jappelli e Dionisio Vianello, che terremo al più presto.
Intanto è il suo messaggio simbolico che mi sento di rilanciare: la politica e la società tengano conto delle competenze, le mettano alla prova, ne verifichino l’impegno trasparente per contrastare fino in fondo i meccanismi dispersivi della spesa e le aberranti incursioni della mafia negli investimenti sul territorio. Oggi questa ispirazione è attualissima: tante sono le risorse finanziarie finora inutilizzate e tante le nuove disponibilità dello Stato e della Unione Europea. “Insomma c’è tanto da lavorare” avrebbe detto Giovanni Travaglini.
Lo ricordiamo, assieme agli amici dell’Associazione culturale il Campo, nel momento in cui lui non c’è, ma rimane forte la sua impronta culturale, istituzionale ed umana.
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