Il Ministero dell'Interno, in base ai rilievi della Prefettura, ha segnalato i legami tra l'amministrazione (per tramite del sindaco e di un suo assessore indagato anche nell'inchiesta "Basso Profilo") e le consorterie di 'ndrangheta locali. Il sindaco avrebbe fatto da testimone di nozze ad un imprenditore legato a sodalizi criminali. Al centro dell'attenzione degli inquirenti gli affidamenti di commesse pubbliche.
02 ottobre 2021 19:38di PAOLO CRISTOFARO
E' uscita negli ultimi giorni di agosto scorso la notizia dello scioglimento per 'ndrangheta del Comune di Simeri Crichi, nel Catanzarese. Sulla Gazzetta Ufficiale, ora, sono stati pubblicati i documenti relativi alle relazioni prefettizie inviate al Ministero dell'Interno e sull'informativa partita da quest'ultima sede e indirizzata, a firma Lamorgese, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I risultati dei rilievi della Prefettura di Catanzaro e delle indagini degli inquirenti, sono pesantissimi.
Il Ministro dell'Interno scriveva, il 13 agosto scorso, a Mattarella, di un "solido legame di amicizia e fiducia che lega il primo cittadino ad un imprenditore rinviato a giudizio" per reati aggravati dalle condizioni previste dall'ex articolo 416 bis. Tale legame avrebbe indotto, sempre secondo la Prefettura, l'imprenditore a "individuare proprio nella persona del sindaco il proprio testimone di nozze oltre che legale di fiducia". Viene specificato che nonostante il sindaco fosse a conoscenza della comunanza d'interessi tra l'imprenditore e la locale criminalità, questi abbia mantenuto il consueto rapporto di amicizia. Gli inquirenti hanno anche segnalato "il rifiuto di avanzare la richiesta per la costituzione di parte civile del comune nel procedimento penale in cui è coinvolto un consigliere", indagato nella recenti inchieste della Procura di Catanzaro, coordinate da Nicola Gratteri.
Il Ministero ha segnalato anche il sostegno procurato dall'imprenditore in questione alla campagna elettorale in favore dell'amministrazione eletta e in particolare proprio dell'assessore imputato, oltretutto anche del reato di scambio elettorale politico-mafioso. Lamorgese scrive di "consolidato sistema di relazioni economiche tra l'ente locale e una famiglia a capo di un gruppo imprenditoriale, anch'essa contigua alle cosche mafiose" e che mira "all'acquisizione di commesse pubbliche". Un'impresa affidataria di lavori pubblici comunali - manutenzione e riqualificazione stradale inserite nel piano triennale delle opere pubbliche del 2020 - avrebbe dissimulato, stando al Ministero, un subappalto non autorizzato, con lo scopo di assicurare i lavori "ad una società facente capo al sopracitato gruppo imprenditoriale".
Ma non solo. Sempre nella relazione del Ministro Lamorgese si legge dell'approvazione "da parte dell'ufficio tecnico comunale di una perizia di variante in corso d'opera con innalzamento dell'importo di aggiudicazione, fondata su motivazione generiche senza evidenza delle ragioni tecniche giustificatrici". Oltretutto l'impresa aggiudicataria di quell'appalto risulta "inserita in un gruppo consortile raggiunto da un provvedimento di sequestro emesso il 4 marzo 2021 dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, in quanto ritenuto parte di un sistema fraudolento, teso ad occultare la riconducibilità agli interessi imprenditoriali di esponenti contigui alla criminalità organizzata, in modo da eludere interdittive antimafia emesse nel 2016 nei confronti di diverse società sempre legate agli imprenditori in questione".
A preoccupare più di tutto il Ministero, però, "i rapporti personali tra la famiglia di imprenditori, i cui esponenti sono stati raggiunti recentemente da un provvedimento di custodia cautelare per ex art. 416 bis e il sindaco, il quale ha stabilito la propria residenza in un complesso residenziale di proprietà di un'impresa oggetto nel 2016 di interdittiva antimafia e attualmente sottoposta a sequestro preventivo unitamente ad un ingente patrimonio". Il Prefetto ha segnalato al Ministero anche l'irregolare situazione amministrativa-catastale dell'immobile, che ha permesso al sindaco di "usufruire di meccanismi elusivi dei tributi comunali, atteso che il nucleo familiare del sindaco non risulta censito per i ruoli idrici, IMU e Tari".
Queste argomentazioni sono state pubblicate in questi giorni e mettono in luce la situazione che ha portato l'Ente allo scioglimento per 'ndrangheta dell'agosto scorso.
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