"Forse, in questi ultimi giorni, si vede in giro un po' troppa euforia. Penso debbano essere prese in grande considerazione, per l'autorevolezza della fonte, le posizioni del prof. Massimo Galli". Esordisce così Filippo Larussa, segretario regionale dell'Anaao Assomed Calabria, commentando le recenti evoluzioni del quadro epidemiologico.
"Intanto anche la malattia paucisintomatica da Omicron 2 o da qualcuna delle varianti ricombinanti, che si stanno isolando in tutta Italia e in primis in Calabria, possono determinare - spiega Larussa-, in una percentuale non piccola di casi, una sindrome da long Covid. In altri termini, la comparsa di sequele a medio-lungo termine della malattia da Covid non è assolutamente legata alla 'leggerezza' dei sintomi presentata in fase acuta".
"Inoltre - aggiunge il segretario regionale dell'Anaao-, sta emergendo che negli ultimi 28 giorni la Germania ha registrato 5,2 milioni di casi e in Italia poco più di 1,9 milioni. E' chiaro che non vi è proporzione rispetto alla popolazione residente in questi due grandi stati dell'Unione europea, il che significa evidentemente che vengono registrati solo in parte i casi di infezione e la diffusione dei tamponi 'fai da te' spiega questo dato. Poi bisogna anche mettere in conto che la realtà attualmente dominata da Omicron 2 potrebbe essere in brevissimo tempo, si parla di 15 o massimo 30 giorni, potrebbe essere soppiantata dal panorama in cui a farla da padrone dovrebbero essere i virus ricombinanti di Omicron 1 e 2. Sicuramente questi sembrano essere caratterizzati da un'ulteriore e maggiore contagiosità".
"Ed infine ritengo che non possa essere omesso il dato per cui si registrano giornalmente un numero di decessi, sia pure in prevalenza persone non completamente vaccinate e di età superiore a 70 anni, che è intorno a 150. Se il trend dovesse proseguire nei prossimi mesi - osserva Larussa- avremmo comunque un numero complessivo di decessi ben superiore alle medie degli ultimi anni e ciò avrebbe ripercussioni dirette e durature a medio termine sulle previsioni di aspettativa di vita, oltre che su tutte le questioni economiche e previdenziali legate a questo dato. Per tutta una serie di ragioni, e ce ne sarebbero ulteriori, ritengo ci si debba improntare ancora alla massima cautela nel rispetto delle norme di distanziamento e di protezione individuale, a maggior ragione al chiuso, nonostante ci possa essere un allentamento a livello normativo dettato, in questo momento, più da ragioni economiche che epidemiologiche".
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