di JASMINE CRISTALLO
"Ancora una volta va in scena la Calabria della disorganizzazione, della sanità allo sbaraglio, dell'improvvisazione consumata colpevolmente sulla pelle dei cittadini e in nome di un diritto primario quale quello alla salute.
Avremmo fatto volentieri a meno dell'ennesima performance imbarazzante del commissario alla sanità, Guido Longo, che ieri sera in tv ha offerto un penoso spettacolo sull'incapacità di gestire e servire il ruolo che gli è stato affidato. Una strana - ennesima - forma di turismo per caso che preoccupa e lascia senza parole, soprattutto perché a fronte di superpoliziotti e militari blasonati chiamati a occuparsi della sanità nel corso di una pandemia, vi sono professionisti e addetti ai lavori che possono e vogliono impegnarsi in questa missione di salvataggio della sanità calabrese. E il primo riferimento è a Gino Strada, che ha indicato più volte quali soluzioni applicare nell'immediato, quale azioni compiere per un'immediata inversione di rotta nell'assistenza sanitaria in Calabria. Ma non solo è rimasto inascoltato, quanto è stato pubblicamente ignorato e osteggiato.
Non so per quanto il dramma Calabria debba restare sotto i riflettori, non so fino a quando il Governo voglia ignorare un pezzo d'Italia su cui ha diretta responsabilità, visto che il commissario è scelto a Roma e visto che il decreto Calabria è una norma nazionale. Responsabilità è la parola chiave, mi auguro e anzi sollecito che il ministero alla Salute la faccia propria, attivando subito poteri di controllo e vigilanza sulla struttura commissariale, verificando se obiettivi e risultati siano stati raggiunti e - in caso contrario - provveda all'immediata rimozione dei titolari".
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