Bloccato l'ingresso in Calabria per raggiungere le seconde case. È quanto prevede l'ordinanza firmata ieri dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, che dunque ha sì recepito le misure nazionali della zona rossa, ma con qualche restrizione in più. Il divieto vale per i calabresi non residenti ed è in linea con quanto previsto da altre regioni nei giorni scorsi.
"E’ fatto divieto, dal 29 marzo 2021 al 6 aprile 2021, alle persone fisiche non residenti nella Regione Calabria, di fare ingresso nel territorio regionale per raggiungere le seconde case, salvo che per comprovati motivi di necessità o urgenza". Dall'inizio di quest'anno le "seconde case", in tema di spostamenti, sono state equiparate a residenza, domicilio e abitazione come luoghi in cui è comunque consentito l'accesso anche in zona rossa. Non sarà così in Calabria, almeno fino al 6 aprile.
C'è poi un altro passaggio dell'ordinanza regionale che sta alimentando dubbi, non essendo una integrale ricezione delle misure nazionali della zona rossa. Il provvedimento firmato da Spirlì prevede: "la sospensione delle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità e la sospensione delle attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), restando consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio". Invece, il Capo V del Dpcm del marzo scorso all'articolo 46 comma 2, consente alle attività di ristorazione non soltanto la consegna ma l'asporto. Fino alle 22 per la maggior parte delle attività, fermo restando il divieto di consumo sul posto o nelle adiacenze, e fino alle 18 ai bar senza cucina, ossia alle attività con codice ATECO 56.3. Eppure, l'asporto è stato dimenticato dall'ordinanza regionale. Più avanti è lo stesso Spirlì che è intervenuto su facebook precisando che "l'asporto resta consentito per bar e ristoranti" e sarà fatta una nota ufficiale di chiarimento.
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