Sono tre gli imputati rinviati a giudizio nell’ambito dell’indagine “Lucciole e Lanterne”, l'operazione scattata l’11 marzo 2020 quando la Squadra Mobile di Catanzaro diretta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro -Direzione Distrettuale Antimafia esegue un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone ritenute responsabili di appartenere ad una associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di ulteriore documentazione falsa, e di 4 persone, destinatarie di una seconda ordinanza cautelare ritenute, gravemente indiziate del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione (LEGGI QUI).
Su richiesta del pubblico ministero Graziella Viscomi, il Gip Claudio Paris ha mandato a processo sono finiti Francesco Bagnato (difeso da Arturo Bova e Gennaro Piero Mellea), assistente capo coordinatore della Polizia di Stato e Giuseppe Borrelli (difeso da Pietro Funaro), e Bruno Dolce (difeso dagli avvocati Antonio Lomonaco e Arturo Bova).
L'odontotecnico Antonio Fratto, difeso dall'avvocato Domenico Cortese, ha patteggiato la pena ad un anno e 4 mesi.
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