di FRANCESCO IULIANO
DOPO varie esperienze in giro per la Penisola, Lucia Rotundo torna nella sua città. Lo fa allestendo una mostra negli spazi espositivi del Museo delle Arti di Catanzaro. Dal 6 luglio al 31 agosto prossimo, l’artista catanzarese metterà a disposizione del pubblico le sue opere in una personale curata dalla storica dell’arte Vittoria Coem e promossa dall’Amministrazione provinciale, dalla Fondazione Rocco Guglielmo con il patrocinio del Comune e della Camera di Commercio di Catanzaro.
“Architetture poetiche”. Questo il titolo della personale con la quale, Lucia Rotundo , propone una selezione di grandi opere realizzate tra il 2015 e il 2019 e che comprendono bassorilievi , altorilievi e installazioni. «Il bianco è luce – ha commentato Vittoria Coem nel catalogo -. Un elemento importantissimo nella poetica di Lucia Rotundo. Sia essa naturale che artificiale. Quella luce che dialoga con l’ambiente e che, attraverso l’opera, è in grado di modificarne la percezione, attraverso una diversa dimensione di profondità e di spazio. Pittura tridimensionale, architettura poetica, scultura relazionale. Il lavoro di Lucia Rotundo è: quadro, scultura, installazione. I “frammenti” si compongono e creano un linguaggio, una partitura, in grado di scrivere una lingua universale, comune al genere umano, intrisa di un sentimento originario mediterraneo e di una cultura contemporanea cosmopolita. In una parola: extratemporalità, attraverso il linguaggio della forma e della materia che giocano con quello della luce». Una visione cosmica dell’arte. Questi i temi del lavoro di Lucia Rotundo. «Il suo – ha aggiunto la Coem – è un viaggio che non termina mai, che pone domande e si costruisce con paziente meticolosità. Quella ossessione del fare, indispensabile agli artisti».
A sostegno della mostra la curatrice ha pensato anche ad un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Silvana Editore di Milano per la collana “Quaderni del Marca”, nel quale sono contenuti i testi istituzionali del direttore del Marca e del presidente della Provincia, nonché un saggio critico della curatrice, l’apparato iconografico ed una bio-bibliografica dell’artista.
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