Luigi Polillo su "Nuove forme d’arte. Fra multimedialità e collezionismo"

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images Luigi Polillo su "Nuove forme d’arte. Fra multimedialità e collezionismo"
Luigi Polillo
  21 settembre 2020 19:24

di LUIGI POLILLO                                                                                                                                

Quando si parla di arte, inconsciamente, secondo la propria forma mentis, ognuno fa riferimento ad un artista, ad un’opera, ad un luogo, i quali fanno riaffiorare emozioni, ricordi piacevoli e non; come le desiderate, al momento chilometriche, file d’attesa per entrare nei grandi Musei o luoghi di culto.

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58a Biennale di Venezia Lorenzo Quinn installazione monumentale

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Le innovazioni tecnologiche, oggi, emergono, e concorrono, con forza, a dominare un’epoca moderna, e a delineare, sempre più, una valenza estetica-comportamentale dell’individuo.

Introducendosi in questa ottica, bisogna affinare la propria visione sul rapporto tra pubblico e privato nell’ambito museale. Diviene inevitabile citare la legge Ronchey del 1993, la quale rivoluzionò l’approccio al mondo dei musei, e permise di andare incontro a delle esigenze e servizi pratici, favorendo una migliore offerta al fruitore. Il ruolo dei privati, diviene sempre più fondamentale all’interno del sistema museale statale, il quale concede un maggiore arbitrio nella proposta ideologica e progettuale. I così detti mass-media e le tecniche di comunicazione, subiscono, anch’esse, un’evoluzione diretta su una multimedialità che può essere finalizzata ad un programma didattico, ad un target pubblicitario, ad una performance artistica.

58a Biennale di Venezia- Antoine Catala, It's Over

Ci si pone, dunque, una riflessione su cosa realmente sia la contemporaneità nell’arte.

Il modello di museo d’arte contemporanea, inizialmente legato a collezionisti storici, si diffonde in Europa a partire dagli anni Cinquanta; un esempio sublime potrebbe essere La Peggy Guggenheim Collection, museo sul Canal Grande a Venezia.

Allora, che ruolo ricopre oggi l’artista, e che valenza storica ha il collezionismo?

Ogni artista dovrebbe rappresentare, attraverso genialità e follia, intelligenza e creatività, il mondo attuale, tramandando un’espressione di intensa energia; ad esempio cito i processi di Land Art, che a partire dal 1967-68, sconfinano dalle aree urbane, gallerie e musei, intervenendo direttamente nel territorio naturale; o le nuove tendenze nella pittura e nella scultura, sia europea che americana, a partire dalla fine degli anni ’50.

La panoramica museale d’arte contemporanea, all’interno del nostro paese, è variegata, ma c’è da sottolineare il fenomeno di crescita e di affermazione delle fondazioni private e Parchi scultura, costituite principalmente da collezionisti e artisti con il fine di promuovere il contemporaneo in modalità differenti dai vincoli istituzionali legati agli standard museali, ed educare il pubblico alle nuove forme espressive, ossia linguaggi sperimentali destinati ad una costruzione architettonica del pensiero e ad una rigenerazione sociale e urbanistica del sistema dell’arte.

 

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