"Da diversi giorni il territorio dell’Unione dei Comuni del Versante Ionico è in fiamme. La situazione è fuori controllo: diversi incendi stanno mandando in fumo ettari di macchia mediterranea e intere colline coltivate ad uliveto. Tantissime aziende di allevatori e apicoltori sono in ginocchio. Le fiamme hanno lambito i borghi abitati tenendo in apprensione i cittadini. Nella zona montana di San Sostene, ad esempio, è stata sfiorata la tragedia: una famiglia è riuscita nella notte a mettersi in salvo e scampare
al fuoco". E' quanto si legge in una nota dell'Unione dei Comuni del versante ionico.
"Per questo motivo - si legge ancora-, sentito il Presidente Luigi Aloisio e vista anche la richiesta di alcuni consiglieri, è stato inserito nella prossima seduta del consiglio dell’Unione dei Comuni un punto all'o.d.g. specifico allo scopo di fare il punto sulla situazione degli incendi e chiedere inevitabilmente che venga dichiarato lo stato di calamità per i comuni dell’Unione interessati. I danni sono ingenti ed è sempre più certo che siano stati mani criminali a provocarli, innescando gli incendi in più punti e mettendo così in difficoltà gli interventi di
soccorso. Il vento e l’afa hanno fatto il resto. Non sono bastati gli sforzi di tanti uomini: vigili del fuoco, protezione civile, Calabria verde e tanti cittadini a cui va il nostro incondizionato ringraziamento per quello che stanno facendo".
"Proprio ascoltando gli stessi operatori, ci rendiamo conto che probabilmente è poca l’attenzione che viene rivolta alla campagna antincendi boschivi. Le risorse messe in campo non sono sufficienti. È necessario riproporre con urgenza il tema della prevenzione. Il territorio deve essere costantemente sorvegliato e bisogna realizzare linee tagliafuoco preventivamente. Abbiamo assistito impotenti alla devastazione del nostro territorio e nulla hanno potuto fare le unità di terra davanti a veri muri di fiamme alti diversi metri. Se gli elicotteri e i canadair fossero intervenuti nell’immediatezza, probabilmente, gli incendi non si sarebbero propagati come invece è successo (va anche detto che in questi giorni l’intero sud Italia è interessato da centinaia di incendi). Come spesso accade, ci ritroviamo “dopo” a dover discutere su quello che poteva essere fatto".
"Enorme - sostiene l'Unione dei Comuni del Versante ionico- è la rabbia di tanti amministratori che vedono vanificati i tentativi di valorizzare il patrimonio naturalistico di indubbia bellezza. Nell’ultimo periodo, al fine di favorire un turismo sostenibile che sta sempre più prendendo forma, si stanno realizzando percorsi naturalistici di trekking e piste ciclabili, investendo anche ingenti somme. L’Unione dei Comuni ha aderito a SIBATER, un supporto istituzionale all’attuazione della banca delle terre, per individuare e censire i territori incolti e/o abbandonati e avviare un processo di valorizzazione attraverso l’affidamento a cooperative di comunità composte da giovani. Ora è indispensabile dichiarare lo stato di calamità e risarcire dei danni subiti i cittadini e, allo stesso tempo, sensibilizzare tutti gli Enti ed in particolare la Regione Calabria a mettere a disposizione dei Comuni interessati le risorse necessarie per la realizzazione di opere di prevenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico".
"La responsabilità più grande è indubbiamente delle mani assassine che hanno appiccato i fuochi. Ci si chiede se questi individui abbiano coscienza e occhi per vedere il dissesto ambientale che hanno provocato. Non si riesce a capire neanche il beneficio che ne potranno ricavare, in quanto la disciplina vincolistica delle terre percorse dal fuoco è chiara e per almeno 10 anni nulla si potrà fare. Allora non ci rimane credere che questi individui abbiano probabilmente una anima nera proprio come le aree che hanno bruciato e ridotte in cenere".
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