L'Usb Catanzaro invia una lettera al Ministro dell'Istruzione Azzolina: "Questa didattica a distanza è distante anni luce dagli alunni"

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La bandiera dell'Usb
  03 giugno 2020 11:36

"Abbiamo inviato la settimana scorsa una lettera al Ministro dell’istruzione, l'onorevole Lucia Azzolina, e all’Assessore regionale all'istruzione, la dottoressa Sandra Savaglio, in merito alle difficoltà che giornalmente allo sportello della USB ci presentano le famiglie", lo annuncia in una nota stampa la Federazione Provinciale dell'USB di Catanzaro, in riferimento alla lettera inviata nei giorni scorsi in cui si legge: "prendiamo a riferimento quanto esposto sul sito nazionale della Pubblica Istruzione per dare rilievo alle difficoltà che ogni giorno registriamo nella nostra regione in merito alla istruzione a distanza, e di cui vorremmo essere informati su come proseguire".

"Disgraziatamente e sovente accade che, quando si pone un problema sociale nelle città, la migliore cosa da fare e girarsi dall’altra parte e far finta di non capire! Con la chiusura delle scuole dovuta alla pandemia da covid19, la maggior parte delle scuole ha attivato una serie di piattaforme per far studiare i bambini a distanza. Una distanza purtroppo che registriamo abissale, tra nuclei familiari e scuola che si sono visti stravolti la vita quotidiana durante questi ultimi mesi", continua il sindacato.

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"Famiglie che dovevano quotidianamente lavorare da casa e seguire la didattica dei figli, altri nuclei con più figli alle prese giornalmente con più piattaforme spesso mal funzionanti in preda alla costernazione per metter a regime con gli studi i figli, altri nuclei senza strumenti tecnologici, ne tanto meno possibilità economiche per adeguarsi  per seguire le lezioni. A ciò vanno aggiunte le famiglie che avevano figli con disabilità o erano seguiti con supporto di insegnanti totalmente accantonati, una vera selezione umana! Ma la politica si è “lavata” l’anima, hanno stanziato quei pochi fondi: esempio vivente un istituto comprensivo, dove su 200 alunni sono stati consegnati meno di 40 dispositivi per lo studio a distanza,  dovendo scegliere a quali pochi ragazzi dover permettere lo studio, il resto in balia degli eventi! Tanto il premio è; hai studiato o non hai studiato saranno tutti promossi", scrive l'USB nella nota stampa.

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"Hanno dato indicazioni di lezioni della durata media di 60 minuti, senza verificare quanti alunni da questa pratica venivano esclusi dagli studi – se le connessioni erano adeguate per tutte le famiglie - con dati alla mano possiamo affermare che il 50% delle famiglie sono rimaste fuori da queste piattaforme –  quanti nuclei familiari dovevano dividersi tra le mura domestiche tra più figli per farli studiare con tutte le difficoltà del caso – quante situazioni famigliari “particolari” esistono dove le difficoltà raddoppiano, o nuclei poco avvezzi alle tecnologie  per poter trasmettere “cultura” al proprio figlio sono rimasti scartati– e quanti ancora sono privi di qualsiasi connessione o senza alcun dispositivo – non tutti possono comprarsi un telefono di nuova generazione-  per poter accedere alla formazione scolastica! Poco interessa se la pandemia  ha originato diverse difficoltà dal punto di vista sociale e relazionale rendendo, in alcuni casi, "dimenticate" le famiglie con problemi socio-economici, sanitari o culturali. Tutti promossi", continua il sindacato che poi conclude: "Pochissimi i casi in tutta Italia di didattica a distanza individuale, (meno del 20%) un principio inaccettabile, l’esclusione dal diritto allo studio dei molti bambini di cui tutti fanno finta di sapere, una emergenza  dove gli stessi insegnati hanno dovuto fare i salti mortali per adeguarsi al nuovo linguaggio di insegnamento, sostituendo i principi costituzionali del diritto allo studio, di apprendimento di socializzazione nelle aule, all’interlocuzione attraverso uno schermo di un telefonino per i pochi fortunati che hanno potuto accedere. Ora come USB, abbiamo chiesto – ma vorremmo capire  - cosa ci aspetta per il futuro alla riapertura della scuola, come affrontiamo le questioni piscologiche e quelle di apprendimento dei bambini nelle classi dove sono stati “promossi”,  quali modelli mettiamo in campo dopo questo prolungato blackout di studio! Risponderà la politica?? O basta essere promossi?"

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