Madonnina del Duomo, Furriolo a Dragone: "Catanzaro perderà il suo 'faro nella notte'"

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images Madonnina del Duomo, Furriolo a Dragone: "Catanzaro perderà il suo 'faro nella notte'"

  13 ottobre 2025 11:31

di MARCELLO FURRIOLO

Ho letto con grande interesse e curiosità il bell’intervento di Sergio Dragone sulla Madonnina (non l’avrei mai chiamata Madunina…) del Duomo, che sta per essere sottoposta ad un incredibile trasloco.

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Sergio scrive con grande ricercatezza ed eleganza di termini. Come molti catanzaresi che, purtroppo, hanno lasciato la città, quando pensano a Catanzaro lo fanno sempre con grande amore, un velo di malinconia e immancabile nostalgia.

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Sergio, con accenti a volte lirici, è volato leggero tra le braccia della Madonnina sugli eventi più significativi della storia della città di questi ultimi 65 anni. Non ho avuto difficoltà nel ritrovarmi nei “sussulti visionari della politica negli anni Ottanta”, a cui Sergio, all’epoca fedele e fattivo collaboratore, ha dato un prezioso contributo, assieme all’indimenticato Saro Ocera, nella ideazione e realizzazione di opere che avrebbero dovuto cambiare il futuro della città. Purtroppo come scrive lo stesso Dragone, neppure lo sguardo amorevole della Madonnina del Duomo è riuscita a fermare il “lento e inesorabile declino dell’ultimo decennio” e, forse, dell’ultimo trentennio. Ma questa è un’altra storia.

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Anche Sergio, come spesso capita ai catanzaresi della diaspora, quando scrivono di Catanzaro incorrono in una narrazione parziale, episodica, per spot affettuosi e consolatori. Manca sempre un pezzo importante, come le verità nascoste. Ovviamente è in ottima e prestigiosa compagnia. Non sfuggono a questa perfidia della lontananza e del ricordo amici e intellettuali  apprezzatissimi come Piero Bevilacqua o Gianni Amelio

Mi dispiace deludere il vecchio amico Sergio perché il destino segnato della mirabile opera di Giuseppe Rito, pare sia quello di un declassamento, proprio come è accaduto per il suo dimenticato Autore.

Perché, sembrerebbe, che il trasloco della preziosa statua, per cui si stanno utilizzando i più moderni strumenti meccanici, minacciose gru gialle, librate nel cielo a sfidare gli equilibri e la gravità e su cui ieri si posavano pietosi bianchi colombi, quasi ad implorare di rinunciare alla spettacolare e “muscolare” operazione di sottrazione  della Madre di Gesù dalla sua culla naturale, in quanto non destinata ad una normale e, forse, necessaria opera di restauro. Ma più brutalmente per collocarla giù. In basso ad un livello sottostante di parecchi metri rispetto all’attuale svettante e protettiva posizione, da cui apriva “le sue braccia verso i tetti del centro storico, ma in realtà stendendole dalla marina ai contrafforti della Sila”.

Si, perché pare che il criptico progetto che si intende realizzare, definito “invasivo” dagli stessi progettisti, preveda un violento abbassamento, con relativa demolizione, della torre campanaria per riportarla ad un imprecisato livello del primigenio manufatto del Duomo, non si sa se del 1121, del 1943 o del 1960. Sembrerebbe (uso tutti questi  odiosi condizionali in mancanza di una più puntuale pubblica informativa) che questa sia la volontà dei progettisti, della Curia, dell’Amministrazione. Soprattutto della Soprintendenza. Certamente non della città e tantomeno di Giuseppe Rito, a cui fu commissionata una statua bronzea da collocare a quella altezza e da qui le proporzioni, la prospettiva e le fattezze dell’opera.

Caro Sergio ricorderai sicuramente quante peripezie e quante perdite di tempo ed esborso di danaro pubblico comportarono le sofisticate e pressanti richieste della Soprintendenza preliminari all’esecuzione dei lavori del Complesso Monumentale del San Giovanni, che riuscimmo a difendere e portare a termine con forte determinazione e colto supporto dei progettisti, Gianfranco Spagnesi e Franco Zagari.

Questa volta non andrà così e Catanzaro perderà il suo “faro nella notte” per dare spazio, forse, non solo ad una giusta esigenza tecnica imprescindibile di restauro o ristrutturazione, ma di esercitazione intellettuale e accanimento filologico o pseudo liturgico, che rischia non di riportare una parte importante dell’identità cittadina al suo valore storico, oltre che di sicurezza, ma di cancellare un pezzo dell’immagine, dello sky line della città. Non so se a Firenze avrebbero autorizzato a cuor leggero una analoga aggressiva operazione…

Per quanto riguarda l’Amministrazione Comunale è ormai superflua ogni considerazione…

Caro Sergio, hai ragione, la Madonnina “non è l’opera simbolo della città ma è forse quella che più unisce, che più rassicura, che più dona serenità al nostro popolo”. Proprio perché era visibile dal centro e dalla periferia, dai vicoli e dai viadotti, “dal lungomare e dalle colline di Siano” , dai giovani e dagli anziani, da chi soffre e da chi ha perso la speranza.

Nel 1975 la città subì la violenza dell’abbattimento di Palazzo Serravalle e della Strettoia di Corso Mazzini. A distanza di 50 anni, Catanzaro rischia di subire, senza saperlo, l’aggressione dell’oscuramento della statua della Madonnina del Duomo.

   

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