di EDOARDO CORASANITI
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale della Libertà: per l'indagine della maestra di San Sostene accusata di maltrattamenti e lesioni nei confronti degli alunni non c'è gravità indiziaria sul delitto di maltrattamenti.
Difesa dall'avvocato Fabrizio Costarella, la maestra è finita nell'occhio del ciclone a luglio scorso, quando la Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri le notifica l'interdizione dal servizio per un anno. Secondo i carabinieri, esisteva un sistematico ed ingiustificato quadro di violenze fisiche e verbali adottate dalle insegnanti nei confronti dei bambini. Che però viene smentito prima dai giudici catanzaresi e poi da quelli romani.
“Per le condotte della maestra L.E. non appare il carattere di abitualità di condotte vessatorie, violente e denigratorie nei confronti degli alunni”, spiegavano a novembre i giudici del Tribunale di Catanzaro che hanno annullato l’ordinanza di sospensione dall’attività professionale per una delle due maestre (LEGGI QUI).
Il provvedimento si traduce in una direzione: la maestra può ritornare ad insegnare, al suo posto, tra i banchi di scuola.
Alla decisione del Tdl la Procura fa ricorso in Cassazione, che però rigetta il ricorso del pubblico ministero.
Nell'ambito della stessa indagine della Procura ci finisce anche un'altra maestra F.A. (difesa dall'avvocato Saverio Pittelli).
Il Tribunale della Libertà nei mesi scorsi tiene in piede solo l'accusa di maltrattamenti, riducendo a sei mesi la sospensione dall'esercizio.
La Corte di Cassazione ha preso atto di come i sei mesi siano trascorsi e ha dichiarato la sopravvenuta carenza di interesse.
La maestra, infatti, ha ripreso il servizio lo scorso gennaio.
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