Mafia, il Viminale non scioglie il Comune di Filadelfia

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Comune di Filadelfia
  31 dicembre 2024 13:24

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha deciso di non portare in Consiglio dei ministri la richiesta proveniente dalla Prefettura di Vibo Valentia favorevole allo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Filadelfia. Per il Viminale, dunque, l’amministrazione comunale di Filadelfia, guidata dal sindaco Anna Bartucca, potrà continuare nel proprio mandato elettorale senza alcun commissariamento per mafia. La Commissione di accesso agli atti nel Comune di Filadelfia era stata nominata dal prefetto di Vibo, Paolo Giovanni Grieco (da qualche settimana trasferito a Foggia), il 16 febbraio scorso e, dopo una proroga di tre mesi, aveva concluso i propri lavori con una relazione favorevole allo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose. Di analogo parere (positivo allo scioglimento), anche il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, presieduto dal prefetto, allargato nell’occasione al procuratore di Vibo ed al procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro.

    I riflettori sul Comune di Filadelfia erano stati accesi dall’operazione antimafia “Imponimento” (luglio 2020), con interi capitoli di tale inchiesta dedicati alla raccolta dei voti da parte del clan Anello nelle competizioni elettorali. Era stato poi il senatore del M5S, Nicola Morra – all’epoca presidente della Commissione parlamentare antimafia – nel luglio del 2022 a chiedere pubblicamente all’allora prefetto di Vibo, Roberta Lulli, la massima attenzione sul Comune di Filadelfia. Il 20 dicembre scorso, infine, la Polizia ha dato esecuzione alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza – emessa dal Gip del Tribunale di Vibo – nei confronti dell’attuale vicesindaco di Filadelfia, Maurizio De Nisi, indagato per il reato di violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario e ai suoi singoli componenti al fine di turbarne l’attività. L’amministratore è accusato di aver consegnato in Prefettura a Vibo uno scritto contenente espressioni minacciose nei confronti del prefetto, Giovanni Paolo Grieco, e del viceprefetto Roberto Micucci che presiedeva la Commissione di accesso agli atti al Comune di Filadelfia.

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