di PAOLO CRISTOFARO
Presentata oggi la Relazione al Parlamento per l'anno 2023 frutto del lavoro del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica: l'intelligence italiana. Il report, di 150 pagine, con dati e grafici, è stato presentato a Roma, dalla direttrice del DIS, Elisabetta Belloni. Nella relazione, che ampio spazio dedica soprattutto alle crisi internazionali, alle guerre, ma anche all'intelligenza artificiale e a rischi dei conflitti ibridi e cyber, non manca l'analisi sui rischi interni per il Paese. In primo piano il potere ancora forte delle organizzazioni mafiose, a cominciare dalla 'ndrangheta. Il servizi segreti evidenziano il potere delle cosche derivante soprattutto dal narcotraffico e dai saldi rapporti con le compagini sud americane. Ma non solo. L'interferenza della mafia in contesti economici e amministrativi, può rappresentare un serio rischio per la tutela delle istituzioni democratiche.
CONTROLLO DEL TERRITORIO E NARCOTRAFFICO INTERNAZIONALE - "La criminalità organizzata calabrese continua a esercitare un diffuso controllo sul contesto territoriale di origine, pur connotandosi per la consolidata proiezione fuori Regione o all’estero; i network ‘ndranghetistici dimostrano elevata capacità di concentrare competenze e professionalità, avvalendosi di un’articolata e consolidata rete relazionale. La ‘ndrangheta rimane saldamente al centro del narcotraffico internazionale, con radicate presenze in Paesi europei ed extraeuropei, consolidando il ruolo di brokeraggio verso le più accreditate organizzazioni criminali sudamericane", si legge nella relazione. Rimane, quindi, come più volte evidenziano anche le operazioni di polizia condotte dalle Procure territoriali, il narcotraffico il business più redditizio dei sodalizi criminali.
INFILTRAZIONE NEL TESSUTO ECONOMICO - "Le evidenze intelligence riguardanti le consorterie criminali più strutturate confermano la propensione verso una silente infiltrazione nel tessuto economico sano in luogo di più visibili reati predatori, strategia che porta a una sempre maggiore integrazione delle stesse in veri e propri circuiti affaristico-criminali", prosegue l'Intelligence nella relazione. "Questa connotazione imprenditoriale tende così a creare o consolidare relazioni trasversali, sfruttando zone grigie nelle quali la demarcazione tra legalità e illegalità è sempre più sottile. La considerevole disponibilità di risorse finanziarie, ritraibili dai traffici illeciti, rende poi la criminalità ancor più competitiva, soprattutto in una fase storica connotata da crescenti difficoltà economiche, acuite dalla contingenza internazionale sfavorevole, aggravata prima dall’emergenza sanitaria e poi dai riflessi dei vicini conflitti in atto", spiegano gli 007.
LE MINACCE IN GRADO DI CONDIZIONARE I PROCESSI DECISIONALI AMMINISTRATIVI - "L’attenzione informativa ha continuato a indirizzarsi sull’individuazione di potenziali ovvero già manifeste minacce in grado di condizionare i processi decisionali amministrativi ai diversi livelli (anche attraverso metodi corruttivi), di alterare
i meccanismi di allocazione della spesa pubblica e di ridurre gli spazi della libera concorrenza", continua la relazione. "In quest’ottica, prioritaria attenzione continua a essere riservata verso i progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Oltre quindi a garantire il tempestivo flusso informativo utile a supportare l’azione investigativa svolta dalle Forze di polizia, soprattutto in direzione del contrasto ai traffici illeciti e all’individuazione di figure criminali di spicco (spesso riparate all’estero in condizione di latitanza), l’azione dei Servizi di informazione si è orientata a cogliere, in chiave anticipatoria e prospettica, i segnali delle diverse manifestazioni di criminalità economica." Un monitoraggio silente, ovviamente, quello operato dalle diverse compagini del Sistema d'Informazione per la Sicurezza della Repubblica, che con la propria rete controlla le diverse aree del territorio nazionale, oltre che le aree strategicamente rilevanti all'estero.
LE FIGURE INTERMEDIE: PROFESSIONISTI, RICICLAGGIO, BANCHE, INTERVENTI PUBBLICI - Non manca l'attenzione, da parte dei Servizi, anche a quegli ambienti intermedi, tra mondo delle professioni e ambienti malavitosi, spesso fruttuosi per legami compromettenti e taciti. "Particolare attenzione è stata rivolta ai comitati affaristici, composti da figure criminali e da intermediari e professionisti in grado di sfruttare posizioni e consolidate esperienze tecnico-operative, organizzati per condizionare a proprio vantaggio le opportunità legate agli interventi pubblici. Proprio i cosiddetti reati d’impresa, dal riciclaggio all’esportazione illecita di denaro, alle forme più strutturate di evasione e elusione fiscale, alle frodi in danno dello Stato e all’inquinamento dell’economia legale attraverso la collocazione di capitali illeciti, debilitano il processo di sviluppo del Sistema Paese, con l’effetto non secondario di danneggiarne l’immagine e conseguentemente ledere l’affidabilità nazionale", rimarca il report. "L’azione dell’Intelligence non ha poi trascurato di osservare l’utilizzo delle metodologie di trasferimento di risorse finanziarie alternative agli ordinari circuiti bancari e finanziari (in particolar modo i crypto asset), che garantiscono elevati livelli di anonimato e che si prestano facilmente al reimpiego e all’occultamento di capitali frutto di attività illecite, ma anche a favorire i cyber crimes, il finanziamento del terrorismo ovvero altre insidiose fattispecie a connotazione transnazionale".
I RAPPORTI TRA 'NDRANGHETA E CAMORRA E LE SINERGIE NEL NARCOTRAFFICO - Nella relazione si legge anche di rapporti tra le varie compagini criminali italiane. 'ndrangheta e camorra, ad esempio, sarebbero legate spesso da azioni sinergiche finalizzate al narcotraffico internazionale. "Il carattere imprenditoriale della matrice camorristica, da sempre connotato da un alto livello di ibridazione crimino-affaristica, favorisce la partecipazione dei clan a circuiti economico-finanziari per la gestione di trasversali interessi criminali, che vanno dal contrabbando di prodotti petroliferi, al traffico di oro, alle frodi fiscali e all’indebita percezione di sussidi economici, fino al reinvestimento di proventi illeciti nell’agroalimentare. Spesso in sinergia con la criminalità calabrese, la Camorra risulta molto attiva nel narcotraffico internazionale". Un partner, dunque, sempre più presente nella rete che abbraccia soprattutto la 'ndrangheta calabrese e che si espande in tutto il mondo.
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