Mafie e mondo digitale, esperti a Palermo per il convegno della Fondazione Magna Grecia

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Fondazione Magna Grecia
  05 dicembre 2023 23:27

La Fondazione Magna Grecia ha organizzato ai Giardini del Massimo di Palermo un importante momento di confronto e riflessione sull'utilizzo sempre più significativo che fa la criminalità organizzata delle nuove tecnologie e su come, il  nostro Paese, sta fronteggiando a livello normativo questo fenomeno.  Un evento che nasce dall'attività di ricerca della Fondazione e in particolare dal ''Primo rapporto sulle mafie nell'era digitale'' presentato dalla Fondazione lo scorso mese di maggio alla Camera dei Deputati, alla presenza del procuratore Nicola Gratteri.

La prima sessione del convegno, dal titolo ''Organized crime in the internet age'' è stata moderata dal giornalista Fabrizio Frullani, vicedirettore del Tg2. Il presidente della Fondazione, Nino Foti, ha aperto i lavori evidenziando come ''le risultanze del rapporto, realizzato nei mesi scorsi, danno uno spaccato sul mondo virtuale e su come le organizzazioni criminali dialogano attraverso le nuove tecnologie. Questo incontro anticipa l'elaborazione di un secondo rapporto molto articolato sul cybercrime, che è in fase di  elaborazione e che sarà presentato nell'aprile 2024 nella sede dell'ONU a New York''.

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Successivamente ha preso la parola Pasquale Angelosanto, Generale di Corpo d'Armata, già comandante dei ROS (il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri), che è intervenuto sul tema della ''crypto telefonia'' spiegando il processo evolutivo che hanno avuto le mafie in questi anni, che le ha portate ad assumere una veste imprenditoriale, nonché le proiezioni che sono riuscite a sviluppare  anche all'estero, assumendo un assetto organizzativo da ''holding  criminali''. In particolare, ''i crypto telefonini - ha spiegato - che sono apparati ai quali vengono sostituiti delle componenti rispetti ai classici smartphone, sono dei Canali di comunicazione che le forze di  polizia non riescono ad intercettare. Il tema centrale è rappresentato dalla nostra capacità di ammodernamento sia tecnologico, che dei nuovi assetti normativi e dei quadri giurisprudenziali. Sono tutte  componenti che devono andare verso la stessa direzione''.

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Antonio Nicaso, giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni criminali di tipo mafioso, docente Queen's University Canada, ha dichiarato: ''Le mafie non sono più scarsamente competenti come le  avevamo immaginate, sono capaci di operare online e offline e sono in  grado di operare nel cuore dei processi tecnologici. Bisogna utilizzare come aspetto dirimente la velocità. Loro sono veloci e, purtroppo, la normativa vigente arranca. Loro sono transnazionali e,  invece, le leggi sono regolate da concetti 'antichi'. Per problemi globali sono necessari rimedi globali e, quindi, uno degli obiettivi  deve essere quello di eliminare le asimmetrie normative, evitare cioè che ci siano paradisi normativi e siamo indietro dal punto di vista tecnologico. Bisognerebbe svecchiare i protocolli di indagine e  migliorare la competenza tecnologica degli organi inquirenti''.

Walter Rauti, Research Fellow PNRR Lab SDA Bocconi e curatore del prossimo rapporto sul Cyber crime della Fondazione Magna Grecia, ha effettuato una fotografia sul fenomeno affermando che ''la criminalità organizzata oggi, nel mondo globale, agisce in modo più  impercettibile e lega quella che è una attività di tipo finanziario, piuttosto che digitale, con quella che è una attività tradizionale  come il controllo del territorio. Il problema di approccio storico di  voler vedere la criminalità organizzata con le stesse lenti utilizzate per decenni, rischia di non far vedere la realtà di oggi, cioè una  criminalità competente, che sa infiltrarsi senza neanche più  corrompere e che ha le prospettive di crescita molto sofisticate. Le  mafie del futuro agiranno molto di più sulla privacy degli individui e bisogna essere pronti a questo tipo di rischio''.

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(Walter Rauti)

Intervento poi di Ranieri Razzante, componente del Comitato per la strategia sull'IA della Presidenza del Consiglio, ha presentato una panoramica sul quadro normativo e sul  sistema antiriciclaggio attualmente in vigore. ''L'occultamento  attraverso il web'' - ha commentato - ''è diventato un moltiplicatore  del riciclaggio ed è necessaria una legge che regolamenti questo  settore. L'utilizzo dell'IA può costituire ulteriore fattore destabilizzante laddove la punibilità dei comportamenti eventualmente  criminali dell'IA non risulta ancora possibile anche sul lato  investigativo.'' La parola poi a Marcello Ravveduto, docente di Digital Public History Università di Salerno, Modena e Reggio Emilia, che ha realizzato per la FMG il rapporto sulle mafie nell'era digitale. ''Il rapporto riguarda il cyber influence, cioè l'influenza sociale che le mafie esercitano attraverso i social network costruendo un'area di consenso, intervenendo pubblicamente nel proprio  territorio, occupando il territorio virtuale e mostrando la ricchezza  di questo mondo. Assistiamo a una normalizzazione del messaggio  mafioso, che diventa parte integrante del flusso di news di  intrattenimento presente nelle piattaforme. I mafiosi si rappresentano come imprenditori di successo di un brand chiamato mafia'', ha detto.

La seconda parte del convegno si è occupata degli aspetti normativi relativi alle mafie nell'era digitale, ed in particolare sull'attuale  vuoto legislativo che si registra in Italia. Il titolo di questo  seconda sessione è stato Il mondo del web, ''legibus solutus''? ed è  stato moderato dalla giornalista Elvira Terranova, caposervizio  dell'agenzia AdnKronos. Ha introdotto i lavori Saverio Romano, vicepresidente della Fondazione Magna Grecia che si è soffermato sulle attività di ricerca della FMG, affermando che ''nel web non ci sono  regole. Questo è un luogo dove si forma una nuova società globale ed è uno spazio dove può succedere di tutto e, questo fenomeno, deve essere affrontato a livello globale. Le mafie inviano segnali, elaborano  disvalori e comunicano stili di vita e modelli che vanno contrastati  per la loro nocività. Inoltre, dal punto di vista economico, la  criminalità organizzata utilizza il web per aumentare il proprio giro  di affari attraverso operazioni di riciclaggio o per trasferire  capitali illeciti. Tutto questo ci fa capire quanto siano necessarie  nuove regole''

A seguire, Antonio Balsamo, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, già presidente del Tribunale di  Palermo, ha evidenziato ''la necessità di una riforma modernizzatrice  sulla base degli sviluppi della tecnologia, specie per i messaggi  criptati, nonché la necessità di colmare la mancanza di  regolamentazione dell'acquisizione della prova in relazione alle nuove tecnologie''. Giuseppe Di Cesare, Segretario Generale vicario della Fondazione Sicilia e docente di procedura penale, è invece intervenuto sul futuro della prova elettronica considerando le novità legislative  e considerando le fasi di acquisizione della prova e la sua successiva utilizzabilità. E ancora, Francesco Greco, presidente Consiglio Nazionale Forense, si è soffermato sull'Intelligenza Artificiale ''che va perimetrata. E' uno strumento straordinario che aiuta, ma può essere  usato dalla criminalità organizzata come mezzo di conoscenza ed è  indispensabile trovare degli strumenti per regolarla immediatamente,  visto che è ingovernabile. A livello europeo si sta lavorando molto su questo tema, che però è in costante evoluzione''.

Ha partecipato in collegamento anche Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia, affermando che ''se ci sono condotte  illecite nel mondo del web, bisogna perseguirle come nel mondo reale.  Non c'è una schermatura e bisogna trovare adeguate garanzie  all'interno del mondo virtuale. Nel dark web siamo di fronte a un lato oscuro, anche se accedervi di per sé non è un reato, ma c'è comunque  l'urgenza dell'intervento del legislatore per un adeguamento''. Sui  rischi dell'IA, il Viceministro Sisto ha aggiunto che ''ci sono dei  rischi evidenti di creare messaggi falsificati ed è necessario  intervenire per stabilire il giusto equilibrio fra tutti gli elementi  che devono garantire il giusto processo''.

Antonio Baldassarre, presidente emerito Corte Costituzionale, ha affermato come ''i poteri pubblici sono in difficoltà nel contrastare  questa tipologia di attività criminali ed è necessaria una maggiore  integrazione da parte dell'occidente, Europa, Stati Uniti e Canada,  Bisogna ricucire la asimmetria normativa che attualmente esiste fra i vari Paesi''. Marzia Sabella, procuratore aggiunto della Repubblica  presso il Tribunale di Palermo, ha invece commentato: ''Manca la  capacità per perseguire i reati sul web ed è necessario investire  nella preparazione tecnologica degli organi inquirenti, vale a dire  polizia giudiziaria e magistratura. Una cosa è inseguire i 'pizzini',  un'altra cosa è trovare le chat criptate''. Ha concluso l'evento  Arthur Gajarsa, presidente dell'Italian American Police Center e già giudice Corte d'Appello Federale USA che si è soffermato sul profilo  normativo del cybercrime e sulla necessità che i governi italiano e  americano cooperino affinché si colmi questo vuoto normativo. ''E'  fondamentale trovare nuove forme di cooperazione per sfruttare al  meglio l'intelligenza artificiale'' - ha dichiarato. ''Bisogna  studiare le nuove tecnologie per poterle comprendere, rispettando i  diritti dei cittadini e la loro privacy, anche se saranno necessari  diversi anni e questo rappresenta l'aspetto più critico''.      

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