"È di stamane la notizia di una operazione di ‘ndrangheta ove 101 tra boss e gregari percepivano il reddito di cittadinanza. Una situazione veramente inverosimile! In sostanza oltre un centinaio di ‘indranghetisti organici alle maggiori cosche della provincia di Reggio Calabria percepivano le limitate risorse pubbliche stanziate a sostegno delle fasce deboli della popolazione".
Così in una nota di Giacomo Francesco Saccomanno, Capogruppo Consiliare della Lega di Rosarno. "Un danno gravissimo per lo Stato e per la lotta alla criminalità organizzata che è riuscita a farsi sostenere quasi “legittimamente” dal primo. È di ieri il provvedimento che prevede una lunga serie di misure a favore delle imprese, delle famiglie, delle aziende in difficoltà per il “coronavirus”. Un lungo elenco di possibili elargizioni che, - prosegue il capogruppo della Lega di Rosarno - però, potrebbero, per come già accaduto, essere utilizzate anche dalla criminalità organizzata per un evidente illecito arricchimento".
"Sul punto bisogna essere attenti e cercare di evitare errori del genere al fine di impedire che una misura a favore delle tante famiglie ed aziende in difficoltà vada a finire nelle tasche dei mafiosi. Probabilmente, si rende necessario creare un collegamento tra chi deve erogare e le Procure della Repubblica per controllare se i soggetti richiedenti siano o meno legati ai clan del territorio. Ma, deve essere una operazione molto snella, rischiando altrimenti che per tali controlli le parti deboli della società possano “perire” per mancanza di risorse. Un’azione complessa ma sostenibile - si legge ancora sulla nota di Saccomanno - con la collaborazione di tutte le parti dello Stato interessate".
"I ritardi, infatti, verrebbero ad aumentare i tanti casi di usura subiti dalle persone che non riescono ad avere accesso al sistema bancario ed alle misure messe in atto dallo Stato che, comunque, presentano molte criticità, risultano pochi i pagamenti eseguiti, e creano estreme difficoltà per una celere elargizione. Il territorio della Piana di Gioia Tauro è estremamente debole e, quindi, - conclude - l’attenzione deve essere maggiore e deve mettersi in atto un sistema che possa impedire che si possano creare momenti di grave illiceità".
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