Malaffare nel cimitero di Cittanova: chi sono gli arrestati (I NOMI)

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  15 settembre 2023 12:25

Questa mattina, nelle province di Milano e Reggio Calabria, le autorità hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi e richiesta dalla Procura della Repubblica locale, coordinata dal Procuratore Emanuele CRESCENTI. Questo provvedimento riguarda 16 individui accusati di essere coinvolti in attività illecite nascoste dietro la gestione del cimitero comunale.

L'operazione, chiamata "Aeternum", ha origine da una denuncia presentata ai Carabinieri della Stazione di Cittanova nel dicembre 2018. In quel momento, un cittadino aveva scoperto che all'interno della tomba di un proprio caro defunto era stata inserita abusivamente una seconda salma. Le indagini successive hanno rivelato l'esistenza di un'associazione criminale finalizzata alla "gestione esclusiva" degli affari legati al cimitero comunale di Cittanova (RC).

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Quattro degli indagati, tra cui l'ex custode del cimitero di Cittanova e tre imprenditori locali che gestiscono aziende di servizi funebri, sono stati considerati i principali responsabili dell'associazione e sono stati posti in custodia cautelare in carcere. Gli inquirenti sostengono che questi quattro individui avessero creato e gestito un sistema parallelo rispetto all'ente locale, sostituendosi a esso. Nel corso degli anni, avrebbero eseguito sepolture non autorizzate, spostando o distruggendo le salme dei defunti per fare spazio a nuovi sepolcri. Lo scopo era garantirsi il controllo del mercato funerario locale per promuovere le imprese guidate dagli arrestati.

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Inoltre, si ritiene che l'associazione avesse il controllo dei fondi raccolti dai cittadini come tasse per le sepolture dei defunti, denaro che gli arrestati avrebbero appropriato indebitamente invece di versarlo nelle casse pubbliche. Queste tasse erano destinate alle autorità comunali per i diritti cimiteriali, all'ASP di Reggio Calabria per i diritti sanitari e alle autorità statali per le imposte da bollo.

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Il sistema criminale si basava anche su omissioni di controlli e falsificazioni di documenti pubblici compiute da professionisti pubblici che avrebbero garantito all'associazione il dominio nel settore delle onoranze funebri. Questo consentiva l'assegnazione arbitraria dei loculi e l'appropriazione indebita dei pagamenti dei familiari dei defunti per tasse e tributi cimiteriali.

Le estumulazioni illegali e le manipolazioni delle salme venivano spesso coperte da documenti falsificati, incluso il coinvolgimento di medici legali dell'ASP Reggio Calabria - Servizio Igiene e Sanità Pubblica. Questi medici legali, chiamati a supervisionare le operazioni, avrebbero firmato i verbali delle operazioni come richiesto dall'associazione, anche se non erano presenti sul luogo. Cinque di loro sono stati posti agli arresti domiciliari.

Le indagini hanno anche rivelato che alcuni membri dell'associazione cercavano di ottenere cappelle appartenute a confraternite religiose sciolte nel 2007, fingendo di essere proprietari grazie all'aiuto di un parroco locale. Questi indagati avevano effettuato lavori di ristrutturazione e rimozione di più di un migliaio di salme per poter vendere i loculi a privati cittadini, aggirando il regolamento del cimitero. L'operazione è stata interrotta solo grazie all'intervento tempestivo dei Carabinieri.

Altri coinvolti nelle indagini includono il Comandante facente funzione della Polizia Municipale di Cittanova, tre agenti di polizia locale e il responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Cittanova. Questi soggetti sono stati indagati per irregolarità legate a operazioni di sepolture straordinarie condotte nel 2020.

Inoltre, due imprese di servizi funebri coinvolte nelle indagini dei Carabinieri sono state sequestrate, insieme a una parte dei beni degli arrestati derivati da attività illegali. È stato anche eseguito il sequestro dell'area del cimitero di Cittanova interessata dalle estumulazioni illegali, per un valore totale dei beni sequestrati stimato a 4,5 milioni di euro.

Inoltre, rimangono sotto indagine 58 individui che avrebbero partecipato in vari modi alle attività degli arrestati, anche se non sono stati considerati membri dell'associazione criminale.

Tra gli indagati, tre imprenditori locali che gestiscono aziende di servizi funebri sono stati detenuti in carcere: Francesco Galluccio (61), Serafino Berlingeri (56) e Antonino Albanese, noto come "Antonello" (60).

Invece, sono stati posti agli arresti domiciliari: un sacerdote, don Giuseppe Borelli (80), ex arciprete della parrocchia di San Girolamo; tre agenti della polizia locale, Maria Cutrì (47), Francesco Falleti (62) e Vincenzo Ferraro (66); il titolare di un'impresa funebre, Francesco Curulla (68); il custode del cimitero, Girolamo Franconeri (61); il responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Cittanova, Salvatore Foti (42); e cinque medici legali dell'Asp di Reggio Calabria, ossia Osvaldo Casella (66), Domenico Mazzaferro (62), Arcangelo Padovano (62), Antonio Russo (66) e Bruno Barillaro (67). È interessante notare che quest'ultimo è anche il sindaco del Comune di Oppido Mamertina.

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