Sono in notevole aumento le truffe digitali destinate ai correntisti e secondo i dati più recenti, solo nel primo semestre del 2025 si è registrato un aumento del 32% delle segnalazioni di frodi rispetto all’anno precedente, per un totale di quasi 3.300 casi accertati.
Per tale motivo evidenzia l‘ avvocato Elena Mancuso del Direttivo Nazionale dell’ Adusbef A.p.s , le banche italiane hanno innalzato il livello di allerta . Infatti non si tratta più soltanto di attacchi informatici tradizionali, ma di sofisticati sistemi che sfruttano la fiducia degli utenti, spesso simulando in modo credibile le comunicazioni ufficiali della banca attraverso tecniche come phishing, smishing, vishing e spoofing. Attualmente le modalità delle truffe finanziarie si sono enormemente evolute e raffinante, rendendo sempre più difficile distinguere tra comunicazioni legittime e tentativi fraudolenti. Il cosiddetto phishing si concretizza principalmente mediante email che riproducono fedelmente la grafica istituzionale della banca, invitando l’utente a cliccare su link o a inserire dati riservati. Lo smishing, invece, avviene tramite SMS ingannevoli che simulano avvisi urgenti, come il blocco del conto corrente o anomalie nei movimenti bancari. Il vishing implica telefonate fatte da operatori che si atteggiano a personale della banca, spesso utilizzando tecnologie di spoofing per camuffare il proprio numero con quello reale dell’istituto di credito. Proprio l’uso dello spoofing consente ai truffatori di superare la diffidenza dei clienti: sullo schermo compare il reale numero della banca o un messaggio apparentemente autentico, inducendo la vittima a fornire codici di accesso, credenziali e OTP (codici temporanei per confermare operazioni online). Così, anche utenti prudenti rischiano di cedere informazioni che permettono ai criminali di svuotare il conto corrente in pochi minuti.
I gruppi criminali fanno leva principalmente sulla distrazione e sulla mancanza di consapevolezza delle vittime. I comportamenti più rischiosi includono:
È fondamentale ricordare che la banca non chiederà mai via SMS, telefono o email la conferma di credenziali o codici di sicurezza. Qualsiasi richiesta simile deve accendere un campanello d’allarme.
La prevenzione resta l’arma migliore per proteggere i risparmi dagli attacchi digitali.
Per evitare ciò , l’ avvocato Elena Mancuso dell’ Adusbef Aps consiglia di verificare ogni comunicazione prima di effettuare qualsiasi azione, e di contattare la banca utilizzando solo i numeri ufficiali indicati sul sito o nell’app della banca. Evitare di utilizzare recapiti forniti nelle comunicazioni sospette. Inoltre è importante l’ aggiornamento del sistema operativo del proprio telefono, installando antivirus e app solo dagli store ufficiali. Ed l ‘ uso di una password robusta e unica, e di attivare sempre la doppia autenticazione. Nonchè invita a Non cliccare su link sospetti, accedere sempre al proprio conto digitando manualmente l’indirizzo dell’home banking e diffida di link ricevuti via email o SMS. Nel caso si sospetti di essere stati truffati, è fondamentale:
Bloccare subito le transazioni chiamando la banca o il gestore della carta di credito e facendo richiesta di blocco dell’operatività;
Conservare ogni evidenza: email, SMS o schermate delle conversazioni sospette possono essere utili alle autorità e alla banca per risalire ai responsabili e ricostruire la dinamica;
Segnalare la truffa non solo all’istituto bancario, ma anche alle forze dell’ordine;
Nel malaugurato caso in cui una truffa abbia successo, la normativa europea (PSD2) e le prassi bancarie italiane prevedono la possibilità di richiedere un rimborso qualora il cliente abbia agito con la dovuta diligenza. Questo meccanismo offre una tutela significativa a chi subisce addebiti non autorizzati, purché venga dimostrato di aver adottato tutte le cautele necessarie.
L Adusbef APS con il suo Presidente l’ avvocato Antonio Tanza , per dare un adeguata informazione sul punto ,ha organizzato a Roma via Bachelet, n. 12 in data 12 settembre c.a una Tavola rotonda con il tema “Responsabilità nei contenziosi sulle Truffe Digitali Bancarie”con la possibilità di partecipare on line nelle modalità consultabili sul sito www.adusbef.it
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