Presentato ieri al Milano Film Fest, il nuovo film di Mauro Mancini – tratto dal romanzo di Paola Barbato – è stato girato tra la costa ionica catanzarese e quella tirrenica del cosentino
05 giugno 2025 16:18di CARLO MIGNOLLI
È stato proiettato in anteprima ieri, 4 giugno 2025, presso il cinema Anteo di Milano nell’ambito del Milano Film Fest, fuori concorso, “Mani nude” di Mauro Mancini, già presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma. Da oggi, 5 giugno, arriva ufficialmente nelle sale italiane, distribuito da Medusa Film.
Il film – un’immersione tra disumanità e speranza – è tratto dall’omonimo romanzo di Paola Barbato (edito da RCS), ed è prodotto da Eagle Original Content, Pepito Produzioni, Movimento Film con Rai Cinema e il contributo della Calabria Film Commission. A firmare l’intensa ed emozionante colonna sonora è Dardust.
Nel cast, nel ruolo di protagonisti, Alessandro Gassmann e Francesco Gheghi, affiancati da Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo e Renato Carpentieri. Presente prima della proiezione del film anche il direttore artistico del festival, Claudio Santamaria.
“Mani nude” racconta la storia di Davide, un giovane di buona famiglia, dallo sguardo innocente ma imprigionato in un corpo adulto, che viene rapito e costretto a lottare a mani nude in combattimenti clandestini. A insegnargli a sopravvivere – non solo nel corpo ma anche nello spirito – è Minuto, interpretato da Alessandro Gassmann, un allenatore enigmatico e tormentato. Il legame tra i due, inizialmente segnato da violenza e freddezza, diventa la chiave per una possibile salvezza reciproca.
Le riprese del film si sono svolte tra la Bulgaria e la Calabria (per quattro settimane), toccando tanti luoghi della nostra regione: Cosenza, Cetraro, Sangineto, Rovito, Marano Principato, Rose, Castiglione Cosentino, Sant'Andrea Jonio, Soverato, Acquappesa.
In merito all’ispirazione del film, Mauro Mancini dichiara: “Mi ha colpito tantissimo il fatto che questo romanzo avesse dei punti in comune con il cinema che voglio fare. Due temi mi hanno guidato: la cattività e la disumanizzazione, che toccano non solo Davide ma anche Minuto e tutti i lottatori. In un momento storico in cui la nostra società si sta abituando a essere disumanizzata, questo film voleva gridare contro”.
Al centro della scena, un Alessandro Gassmann inedito, cupo, silenzioso, diverso dalle sue solite apparizioni: “Quello che mi interessava in questo film era fare un esercizio su me stesso, forse il più difficile: frenare l’empatia che mi è connaturata e che di solito tengo a bada”, afferma l’attore.
“Minuto doveva essere un monolite imponente e oscuro, ma con un varco, una ferita da cui trapelasse un frammento di umanità. Quando ho letto l’adattamento del romanzo, ho capito che era questa la sfida”. Gassmann rivela anche un importante lavoro fisico: “Ho preso dieci chili per questo ruolo, è stato un processo impegnativo, ma necessario”.
Accanto a lui, Francesco Gheghi, premiato con il Ciak d’Oro come rivelazione alla Festa del Cinema di Roma proprio per questa interpretazione. In merito al personaggio di Davide, l’attore racconta: “Ho dovuto affrontare una preparazione fisica durissima: ero molto esile e in due mesi e mezzo ho messo su dieci chili. Ma la vera sfida è stata entrare nella mente di un ragazzo che vive una violenza estrema e un senso di colpa profondo. Non avevo ispirazioni da cercare altrove: con Mauro ci siamo affidati al rispetto per la follia interiore del personaggio”.
Commosso e riconoscente, Gheghi commenta anche il rapporto professionale con Gassmann: “Guardavo i suoi film sul divano con mio padre. Con Alessandro ci siamo conosciuti quando avevo 16 anni e tornare a lavorare con lui oggi, in questo modo, è stato un privilegio. È il miglior compagno che potessi desiderare”.
Il feeling tra i due attori è palpabile, anche nelle parole che Gassmann dedica al giovane collega: “Francesco è uno degli attori di maggior talento della sua generazione. Lavorare con lui è stato semplice, perché è un attore che ascolta, che si mette in gioco. Io sono più un attore che si accorda agli altri, e con lui l’intonazione è venuta da sé. Lo avevo conosciuto anni fa quando era solo un ragazzo e vederlo oggi crescere artisticamente è una gioia”.
Il pubblico in sala ha accolto il film con attenzione, per un’opera che scuote e costringe a guardare l’oscurità dell’animo umano. “Mani nude” è un film che non fa sconti, che affonda le mani nella brutalità per scavare uno spiraglio di luce.
Da oggi è nelle sale italiane.
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