“Mani Nude”: in uscita il 5 giugno al cinema il film con Alessandro Gassmann girato in Calabria

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images “Mani Nude”: in uscita il 5 giugno al cinema il film con Alessandro Gassmann girato in Calabria

Girato tra Cosenza, Soverato, Cetraro e altri borghi calabresi, il dramma diretto da Mauro Mancini - con protagonisti Alessandro Gassmann e Francesco Gheghi - racconta un viaggio disturbante nel cuore della disumanizzazione: in sala dal 5 giugno

  20 maggio 2025 14:30

di CARLO MIGNOLLI

Soverato, Cosenza, la costa tirrenica, le alture silenziose dell’entroterra calabrese. Luoghi di straordinaria bellezza che, in Mani Nude”, diventano lo sfondo cupo di un racconto spietato sulla perdita dell’umanità. È qui che Mauro Mancini, già apprezzato per Non odiare”, ha scelto di ambientare il suo secondo film, ancora una volta affiancato da Alessandro Gassmann. Con loro, un cast di talento che include Francesco Gheghi, Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo, Renato Carpentieri e Vittoria Puccini.

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Il film - prodotto con il supporto dalla Calabria Film Commission e in uscita nei cinema italiani il 5 giugno - è un dramma violento e coraggioso, che pone lo spettatore davanti a domande scomode. “È un film disturbante - ammette Gassmann, ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio - ma non poteva essere altrimenti. Parla della guerra, ma senza mostrarla direttamente. Racconta invece il processo di disumanizzazione necessario per arrivare a uccidere. Per togliere l’umanità all’altro, prima devi cancellare ogni sua alternativa. Nessuna via d’uscita, nessuna speranza”.

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Girato in Calabria - tra Cosenza, Cetraro, Sangineto, Rovito, Marano Principato, Rose, Castiglione Cosentino, Sant’Andrea Jonio, Soverato e Acquappesa - “Mani Nude” trasforma il Sud in una terra di confine tra realtà e allegoria. Un luogo dove si consuma una moderna tragedia greca.

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Il protagonista è Davide Bergamaschi, sedicenne di buona famiglia (interpretato da Francesco Gheghi), che una notte viene rapito e rinchiuso nel cassone di un camion. Portato in un luogo sconosciuto, viene costretto a combattere a mani nude in scontri all’ultimo sangue, orchestrati da una misteriosa organizzazione criminale. Sopravvivere significa lottare, uccidere, perdere ogni traccia di sé.

L’unico riferimento in quell’inferno è Minuto, il carceriere e addestratore impersonato da Gassmann: “È stato il più feroce. Lo chiamano così perché nessun avversario ha resistito più di un minuto contro di lui,” spiega l’attore. “Tra i due nasce un legame violento, coercitivo. Ma anche un barlume di riconoscimento umano”.

Se Non odiare” raccontava la colpa e il perdono in una Trieste dolente,Mani Nude” porta lo spettatore in un abisso ancora più profondo: “Mauro Mancini cerca sempre l’inferno nella realtà che ci circonda - dice Gassmann - ma con l’occhio di chi non si arrende. Cerca sempre un germoglio che possa nascere dove tutto sembra morto. Questo film è una tragedia greca contemporanea, e il dolore non viene nascosto”.

Durante l’intervista con Fabio Fazio, Gassmann ha anche parlato del processo fisico ed emotivo affrontato per entrare nel ruolo: “Ero arrivato a 110 chili di muscoli. Ora ho perso tutto, ma mi porto ancora dietro i dolori. Questo mestiere ti lascia ferite vere, dentro. Perché devi dare ai personaggi anche la tua parte sofferente”.

“Mani Nude” è anche una riflessione sul presente, osserva Gassmann: “Viviamo un’epoca spaventosa. Ogni giorno vediamo immagini terribili da Gaza, dall’Ucraina. E ci chiediamo: com’è possibile che la pietà sia scomparsa? Il mondo che racconta Mancini è crudele, ma non lontano da noi. Siamo bombardati da immagini violente, spesso false o manipolate, che ci anestetizzano. Questo film, invece, ti sveglia. Ti disturba davvero. Ti mostra non solo le macerie, ma il momento preciso in cui vengono create”.

Accanto a Gassmann, Francesco Gheghi offre una delle prove più mature della sua carriera: “Lo avevo conosciuto per Mio fratello rincorre i dinosauri, qui è cresciuto tantissimo. Ha un’intensità rara”. Accanto a lui, Vittoria Puccini interpreta un personaggio chiave che segna un punto di svolta nel racconto.

La Calabria, con la sua bellezza e i suoi paesaggi, si conferma sempre più protagonista del cinema italiano contemporaneo, un territorio che il mondo cinematografico italiano - e non solo - ha riscoperto.

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