Mantova come Squillace: gli scheletri degli "amanti" si rivelano entrambi uomini (FOTO)

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Scheletri di Mantova
  15 settembre 2019 21:31

di PAOLO CRISTOFARO

E' un classico della letteratura romantica. Dopotutto, chi non ha mai sentito parlare di Romeo e Giulietta? Chi non conosce la sfortunata vicenda letteraria di due giovani amanti impossibilitati a coronare il loro sogno per l'ostilità delle famiglie o della società? Ma uscendo dalle pagine dei libri, di capolavori come quello di Shakespeare, vicende reali hanno tenuto in vita, per decenni, leggende suggestive, su presunte coppie di innamorati osteggiate, che avrebbero pagato con la morte stessa il prezzo della loro passione. E' di qualche giorno fa - l'hanno riportata diverse testate nazionali - la notizia che due scheletri rinvenuti a Mantova, i celebri "Amanti del Valdaro" - portati alla luce nel 2009 in una necropoli tardo-antica modenese (IV-VI secolo) e ritrovati quasi mano nella mano - che tutti ritenevano essere i resti di due amanti, appartengono in realtà a due individui dello stesso sesso: due uomini. La ricerca è stata condotta da ricercatori dell'Università di Bologna e riportata sulla rivista "Scientific Reports". In pochi sanno, però, che un fatto analogo è successo anche in Calabria: precisamente a Squillace.

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(Gli scheletri conservati nel castello di Squillace)

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Durante gli scavi archeologici al Castello normanno-svevo, a metà degli anni '90, una coppia di scheletri è stata rinvenuta in una posizione "sospetta". Entrambi i corpi in una stessa fossa, molto ravvicinati, con gli arti superiori quasi attaccati. Poco ci ha messo la leggenda dei due "amanti del castello" a nascere e a diffondersi tra gli abitanti del borgo catanzarese e tra i molti turisti che, specialmente d'estate, lo visitano. Purtroppo, anche in questo caso, per quanto romantica e commovente, la storia messa in piedi dai tanti curiosi e appassionati, non ha retto alla scure del tempo e della scienza.

             

(La ricostruzione tridimensionale dei due volti dei guerrieri di Squillace)

Anche in questo caso, le ossa, si sono rivelate di due uomini, forse fratelli o comunque parenti, deceduti per morte violenta, forse in un periodo di scontro aperto tra Chiesa e sovrani. I due, difatti, secondo talune ipotesi, potrebbero essere stati parenti dell'allora vescovo di Squillace, imprigionati nel castello proprio per via di una disputa con la Chiesa locale. L'uccisione sarebbe avvenuta, con tutta probabilità, intorno al XIII secolo. Insomma, per quanto belle e suggestive possano essere le leggende, la storia è storia e la scienza pure. E' stata belle finché è durata. Dopotutto, anche quella di Romeo e Giulietta non è che una splendida favola letteraria.

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