Marcello Furriolo: "Dal Campus di Germaneto la Calabria unita pare voglia scegliere la via dei saperi"

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Marcello Furriolo
  22 ottobre 2023 12:34

di MARCELLO FURRIOLO

C’era una parte della Calabria positiva nel maestoso auditorium dell’Univarsità Magna Grecia di Catanzaro per la celebrazione dei 25 anni dalla Fondazione. Dal Rettore uscente Giovambattista De Sarro, al Rettore incoming Giovanni Cuda, al Rettore Nicola Leone dell’UNICAL di Cosenza a quello dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Giuseppe Zimbaletti, al Presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto, al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso all’ex Rettore Aldo Quattrone, al Vescovo di Catanzaro Claudio Maniago, al Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. L’UMG celebra i primi 25 anni di attività, ma in effetti i suoi natali risalgono a ben 50 anni, quando nel 1973 dalla passione visionaria di un grande magistrato, Salvatore Blasco che trovò nell’on. Ernesto Pucci e nel sen. Elio Tiriolo la giusta sinergia per mettere in campo la straordinaria idea del Consorzio per la creazione della Libera Università di Catanzaro, i cui corsi furono il presupposto del riconoscimento statale e della nascita dell’UMG. Un esempio mirabile di  dialogo virtuoso tra politica e magistratura.

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L’evento è stata un’ occasione importante per fare il punto sullo stato dell’istruzione universitaria in Calabria, dopo una stagione di assurde contrapposizioni e campanilismi, specie tra Catanzaro e Cosenza,  a seguito dell’istituzione del Corso di Laurea in Medicina all’Unical. Il clima dell’auditorium, però era ben diverso e tutti i protagonisti hanno dimostrato di avere ben compreso la lezione che promana dai calabresi, dai giovani, dal mondo della cultura in tutte le sue declinazioni ideologiche e politiche. Il progresso della Calabria, lo sviluppo civile, economico e culturale di questa terra è strettamente, se non decisamente legato all’unità di intenti del mondo accademico e delle risorse umane che operano nelle tre Università calabresi. Lo ha dimostrato con grande lucidità e raffinatezza scientifica il prof. Aldo Quattrone nel suo applauditissimo intervento in cui ha illustrato la funzione della ricerca quale motore per diffondere i saperi che creano una circolarità virtuosa, simbolicamente identificata nella parola del grande scrittore argentino Jorge Luis Borges, promuovendo sviluppo economico e elevazione della qualità della vita. E proprio sulla ricerca si gioca la partita più decisiva per il futuro delle Università calabresi, per essere sempre più attrattive per i giovani , fermandone l’esodo e recuperando i tanti talenti di professori calabresi che operano fuori regione se non all’estero.

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Questa è stata anche l’occasione per il Governatore Occhiuto per fare il punto sullo stato dell’arte sulla Sanità calabrese, che costituisce l’epitome più allarmante delle grandi problematiche della regione. E lo ha fatto con un mix di orgoglio e di sincerità, rivendicando alcuni risultati indiscussi raggiunti sul corpo di un “malato in terapia intensiva” da dodici anni. Ma evidenziando, sopratutto, ad oggi le evidenti criticità “ nel deficit di capacità organizzativa nella struttura di vertice, sia nel Dipartimento che nelle Aziende Sanitarie ”. Il dato del mancato raggiungimento dei LEA è la conferma del fatto che non vengono alimentati i flussi informativi, perchè nelle Aziende e nel Dipartimento “manca una struttura amministrativa che sovraintenda a questa attività”. Eppure oggi la regione dispone  di figure manageriali di alto livello, tra gli altri, come il Dott. Ernesto Esposito, Sub Commissario al Piano di Rientro e il Generale Antonio Battistini, Commissario dell’ASP di Catanzaro, che offrono garanzia di qualità ed efficienza nella loro delicata funzione. Certo la perdita del prof. Giuseppe Profiti ad Azienda Zero ha lasciato un vuoto non facile da colmare, ma è dal suo lavoro che bisogna partire, in una visione aperta all’innovazione. “Non è solo un problema di risorse economiche. Il problema è rinnovare il sistema attraverso riforme necessarie per rendere produttiva la spesa delle risorse “. Su questa linea si è ritrovato ovviamente il ministro Schillaci, di cui Occhiuto come De Sarro hanno apprezzato l’impatto diverso sul pianeta sanità anche in Calabria. E’ evidente però che l’azione della macchina regionale deve avere un approccio meno “timido” su temi scottanti come le Liste d’attesa, che anche il Governo ha messo al primo posto dell’agenda da affidare al sistema sanitario e in cui il coinvolgimento del privato accreditato è la chiave di volta per superare lo sconcio delle cure negate ai cittadini, specie in Calabria.

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Come era prevedibile la vera star è stata la creazione dell’Azienda Dulbecco, attraverso la complessa integrazione per accorpamento dell’ Azienda universitaria Materdomini e l’Ospedale Pugliese, che dovrebbe costituire il polo ospedaliero più importante del Mezzogiorno con i suoi oltre 850 posti letto. Ma su cui, terminata la fase delle felicitazioni per l’ottimo lavoro svolto dalla politica regionale e dall’UMG, bisognerà avere il coraggio e la capacità operativa per mettere a terra il progetto e valorizzare le grandi potenzialità e professionalità storicamente presenti nell’Ospedale Pugliese e che non mancano anche nell’ambito universitario. Partendo senza equivoci e rinvii inaccettabili dalla realizzazione del nuovo Pronto Soccorso a Germaneto.

Per il Professore Giovanni Cuda, che si insedierà il primo novembre nella prestigiosa funzione di Magnifico Rettore, l’impegnativo programma per i prossimi sei anni si incentrerà prioritariamente su ricerca e internalizzazione, istituzione di nuove facoltà e sulla concreta integrazione con la città di Catanzaro, dove dovranno essere allocati corsi di Laurea di carattere umanistico.

Le conclusioni di Giovambattista De Sarro sono state un giusto riconoscimento per il complesso lavoro svolto nei sei anni di rettorato, in cui l’UMG si è conquistato un ruolo di rilievo nel mondo accademico nazionale, consolidando, pur tra mille difficoltà, l’apprezzamento dei giovani calabresi e del mondo scientifico internazionale.

Dal Campus di  Germaneto pare che la Calabria unita voglia scegliere la via dei saperi per costruire il suo futuro.  

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