di MARIA MARINO*
"Tanti incontri per settori, per anime o per fede, ha scelto così di entrare in Diocesi S.E. Mons. Claudio Maniago, nuovo Arcivescovo della Diocesi Catanzaro-Squillace, in una giornata lunga e segmentata da incontri in diversi luoghi, con i diversi attori sociali ed istituzionali e con i fedeli, un rigido protocollo per rispettare le norme anti contagio imposte dalla pandemia in corso, ma un unico motto riportato a caratteri cubitali sulla stele posta di fronte all’altare del Palagallo: ” Camminiamo insieme sulla via che il Signore apre davanti a noi”.
La Diocesi di Catanzaro-Squillace è proprio di questo che ha urgente bisogno, necessita di unità e di riappacificazione, senza slanci in avanti e senza lasciare nessuno indietro, perché altrimenti, alla fine si resta tutti indietro. Lo abbiamo avvertito tutti quel senso di abbandono e di disorientamento, cui ha fatto riferimento il nuovo Arcivescovo Mons. Claudio Maniago, durante la celebrazione eucaristica al Palagallo nel pomeriggio di ieri. Luogo insolito per una celebrazione eucaristica, come insolito è stato per il Nuovo Arcivescovo non poter entrare in Cattedrale, chiusa ed abbandonata, almeno apparentemente, da anni; e chissà che anche su queste insolite scene non occorrerà riflettere meglio, per capire il senso più profondo che esse rappresentano.
La tenerezza e lo spirito di servizio con cui Mons. Panzetta, nominato Amministratore Apostolico dopo le dimissioni di Mons. Bertolone, certo hanno consolato e confortato e a lui vanno i ringraziamenti più sentiti, ma non potevano bastare ad un popolo di fedeli senza il proprio Pastore, ancor meno (credo) ai sacerdoti e parroci che hanno dovuto vivere grandi momenti d’incertezza e di disorientamento, proprio mentre si apriva il cammino Sinodale voluto da Papa Francesco, nonostante il supporto e la vicinanza dell’Amministratore Apostolico, che comunque ha dovuto gestire l’avvio in due diocesi diverse, quella di Crotone, dove da oggi torna “a tempo pieno” e quella amministrata di Catanzaro-Squillace. Abbandono e disorientamento percepiti bene da Mons. Panzetta, che forse proprio riferendosi a tali sentimenti del popolo diocesano, ha voluto chiudere il discorso rivolto all’inizio della celebrazione al nuovo Arcivescovo Mons. Maniago, con una frase, quasi un urlo, di “Benvenuto in Calabria, Benvenuto a Catanzaro”, riprendendo il “Benvenuto nella Comunità Episcopale” ricevuto al momento della Sua nomina a Vescovo, e augurando a tutti i presenti di vivere con grande intensità spirituale questa nuova pagina della comunità diocesana, ultimo gesto di tenerezza verso i figli e le figlie di questa diocesi.
Grazie dell’augurio Mons. Panzetta, perché questa è una nuova pagina, ma è e dovrà diventare quella che il nuovo Pastore vuole e chiede sin dalla Sua prima lettera all’indomani della nomina ricevuta il 29 novembre scorso, un “Camminare insieme” su quella via che il Signore apre per noi, giorno per giorno, dialogando, sognando ma soprattutto pregando insieme.
Riprendendo la disperazione e il disorientamento degli Israeliti, riportati nella liturgia della Parola, lo ha detto chiaramente Mons. Maniago cosa occorre fare: dopo un periodo di dura prova per tutti, è difficile ricominciare, occorrono parole forti per vivificare la speranza, parole che risuonino nel cuore di ognuno e la fede di credere in ciò che si sta vivendo; occorre sentire l’invito a costruire una nuova strada, con la certezza che il Signore ci cammini al fianco, perché ormai “la colpa è passata”; Gesù sceso tra gli uomini, si è immerso nelle acque più profonde delle colpe e Lui è il Figlio amato attraverso il quale ogni uomo è amato, quindi anche noi.
La strada su cui camminare insieme si farà con umiltà, ha detto, precisando che è elemento necessario per fare esperienza di salvezza, per incontrare il fratello che cammina accanto a noi e per annunciare Dio al mondo. Partendo proprio dalla parola chiave del cammino sinodale “partecipazione”, ha invitato a pregare insieme sulla via della fraternità e della comunione, ma anche a condividere le diverse responsabilità della Chiesa, all’interno di quella comunione che scaturisce dal rapporto con Cristo, per rimettere Cristo al centro, con la collaborazione di ognuno, riferendosi non solo ai presbiteri, per il bene di tutto il popolo di Dio e poter vivere la ricchezza multiforme della Sua bellezza; serve vivere la comunione quale missione per evitare di vivere ripiegati su sé stessi con particolari atteggiamenti e, come vuole Papa Francesco nel definire una Chiesa in uscita da sé e di impegno per i più bisognosi, con il cuore rivolto alla missione di stare vicini a coloro che mancano di qualcosa, non solo sul piano materiale, ma anche su quello spirituale ed affettivo per far crescere la speranza di una nuova vita.
Sono state (più o meno) queste le parole dell’omelia dell’Arcivescovo Claudio Maniago, dichiarando, infine, di mettere la Sua vita a servizio della Diocesi; parole impegnative ma altrettanto sentite e vissute, se si considera che il Suo ingresso in Diocesi è iniziato proprio dalla “porta più stretta”, come l’ha definita la Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, Isolina Mantelli.
L’incontro con la voglia di speranza e di rinascita dei ragazzi della Comunità di Villa Emilia, deve aver toccato e commosso il cuore del Vescovo, quella testimonianza di passaggio da una vita di droga ad una vita di speranza, e le stesse parole contenute nella filosofia del Centro recitate insieme ai ragazzi, non sono e non possono essere solo parole; esse diventano, in questo momento storico, dialogo di anime e pietre miliari di fede e di speranza in una nuova vita, in un nuovo impegno e in nuove strade su cui camminare, sognare e costruire insieme una nuova pagina di storia della Diocesi, che dal più buio dei suoi momenti, oggi vive il primo giorno di una sua nuova storia che sarà, inevitabilmente, la storia di ognuno di noi, presbiteri e laici.
Viene spontaneo, quindi, parafrasare le parole del Venerabile Don Tonino Bello : “Non permetta che sulle nostre labbra il lamento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo, e che la pesantezza del passato ci impedisca di far credito sul futuro”, ci guidi su nuove strade di virtù spirituali e morali, perché questa Diocesi, ed il suo popolo, non ricada mai più nella disperazione e nel disorientamento, ma sappia ricostruire opere di carità sempre nuove, nuove occasioni di comunione fraterna e solidale e, illuminata dal valore dell’umiltà, possa rinascere finalmente ad una vita più vera e di salvezza.
La colpa è passata, ora che il Signore ha aperto una Nuova Via, possiamo camminare finalmente tutti insieme e riscoprire la bellezza di una nuova vita comunitaria, con la creatività di cuori nuovi e menti rinfrancate da nuova acqua, ora che la Diocesi ha di nuovo il suo Pastore. Benvenuto Mons. Claudio Maniago, Benvenuto al Nuovo Pastore di questa Diocesi di Catanzaro-Squillace!".
*Segretaria Comitato Pastorale Parrocchia Madonna di Pompei, Catanzaro
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