Mariggiò si congeda da Calabria Verde. La Uila-Uil: "Il generale ha avviato un ambizioso progetto di crescita"

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Antonino Merlino
  07 agosto 2020 17:02

Il Segretario Generale UILA-UIL Calabria, Antonino Merlino, interviene sulle dimissioni di Mariggiò da Calabria Verde.

"Dopo quattro anni di intenso e appassionato lavoro, il generale dei carabinieri Aloisio Mariggiò ci comunica il congedo dalla guida di Calabria Verde".

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"Come Uila-Uil,  - aggiunge - nel prendere atto di questa notizia inaspettata, non possiamo non riconoscere che il generale con pazienza, serietà e determinazione, credendo nelle potenzialità dell’Azienda e nella qualità delle sue risorse umane, ha avviato un ambizioso progetto di crescita che oggi ci consente di poter dire che il comparto forestale, anche se tante cose devono ancora essere migliorate, ha un’organizzazione efficiente ed efficace e che l’attività di salvaguardia e di protezione del territorio viene percepita, dai cittadini calabresi e non solo,  non come superflua, quasi inutile, ma come un’opera indispensabile per custodire e rendere produttivo un patrimonio dal quale si può partire per costruire un piano strategico di sviluppo sostenibile che crei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, senza deturpare l’ambiente".

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"Gli riconosciamo di aver difeso, a spada tratta, la forestazione calabrese, dai tanti “nemici” esterni ed interni alla Regione, pronti a sfruttare ogni occasione, anche la più misera, per gettarle fango addosso, disquisire sulla sua presunta improduttività e auspicare sempre più drastici ridimensionamenti. Lo ha fatto perché ha sempre avuto chiaro quanto la forestazione potenzialmente può rappresentare per il futuro della Calabria in termini di crescita economica e quanto possa essere importante come argine contro lo spopolamento progressivo delle zone interne. Il generale Mariggiò si rese conto fin dal suo insediamento che all’interno dell’Azienda vi era un patrimonio - sottolinea - di risorse umane importante e che andava motivato e organizzato per potersi esprimere al meglio e fornire il proprio contributo per rendere il settore forestale uno dei pilastri su cui poter innestare lo sviluppo complessivo della Regione. Cominciò con il riconoscere la professionalità di ogni lavoratore e, nei limiti del possibile, inserendo ognuno nel ruolo più congeniale, facendo in modo che tutti potessero dare prova delle proprie qualità".

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"Il generale è  - dichiara - stato un buon dirigente perché è riuscito subito a far comprendere ai lavoratori che i loro interessi e quelli dell’Azienda non erano affatto contrapposti, ma due facce della stessa medaglia e che l’una non poteva esistere senza l’altra. Questa lungimirante visione, frutto anche della sua non comune umanità, gli ha consentito di avere con il Sindacato un rapporto di leale e proficua collaborazione. Insieme, venendoci incontro reciprocamente, abbiamo risolto molti problemi e abbiamo creato le premesse affinché Calabria Verde, in un tempo in cui si pensa all’ambiente come risorsa imprescindibile per qualsiasi progetto serio di sviluppo del territorio, possa diventare il vento benigno che faccia decollare l’economia calabrese. La traduzione pratica del lavoro comune di quasi un lustro ha trovato la migliore espressione nel Contratto integrativo regionale sottoscritto fra le parti il 4 dicembre 2019 e, inspiegabilmente, non ancora recepito dalla Regione".                

"Come Uila-Uil ringraziamo il generale Mariggiò per la disponibilità che in tutti questi anni ha manifestato nei confronti Sindacato, ascoltando le nostre idee e, non di rado, accogliendo anche le nostre proposte, fatte sempre nell’interesse dei lavoratori, dell’Azienda e della Calabria. Lo ringraziamo, in modo particolare, per aver difeso i dipendenti di Calabria Verde da attacchi quasi sempre strumentali e per avere restituito loro la dignità che ogni persona, prima ancora che lavoratore, merita. Naturalmente, ci predisponiamo ad accogliere con spirito costruttivo chiunque - conclude - prenderà il posto del generale, ma ci sia consentito di manifestare la nostra profonda amarezza per un lavoro che, a nostro avviso, rimane incompiuto e la nostra inquietudine per un futuro che ci appare incerto, quanto mai nebuloso".

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