Marijuana e cocaina il core business, in quattro agli arresti domiciliari (VIDEO)

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Il materiale sequestrato
  21 agosto 2019 09:00

 Alle prime ore del giorno, nel comune di Nocera Terinese, i militari della Compagnia Carabinieri di Lamezia Terme, supportati da personale del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Lamezia Terme, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 4 indagati, F. V. 51, N.F.O. 28 anni,  F.M. 35,  P.M. 22,  ritenuti  responsabili, a vario titolo, di spaccio in concorso di stupefacenti (art. 110 cp e 73 D.P.R. 309/90).

La misura, che trae origine da una complessa indagine della Compagnia di Lamezia Terme, condotta tra febbraio e maggio 2019, ha permesso di documentare l’esistenza di due distinte piazze di spaccio divenute riferimento nel comune costiero.

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Marijuana e cocaina il core business dei due distinti gruppi che, senza rivalità, si erano divisi la clientela proveniente da tutto il litorale.

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Le attività tecniche ed i servizi di appostamento hanno permesso di documentare gli appuntamenti nel corso dei quali si discuteva dello stupefacente, del suo prezzo e delle deosi da confezionare. Ci vediamo per un “aperitivo..”, questa la parola in codice utilizzata dagli indagati per organizzare i loro incontri e quelli con i numerosi acquirenti che si rifornivano da loro. Decine, quindi, i riscontri a seguito dei controlli eseguiti sugli acquirenti, con il rinvenimento e sequestro dello stupefacente, che hanno evidenziato la presenza di condotte organizzate e tutt’altro che occasionali. A riprova della pervicacia criminale degli stessi a nulla è valso, infatti, l’arresto, in flagranza di reato, di uno degli indagati che, a seguito della sua scarcerazione, riprendeva la sua attività delinquenziale.

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L’attività investigativa ha inoltre evidenziato il modus operandi degli indagati che avevano scelto quali “basi logistiche” due distinte attività commerciali della Frazione Marina, in modo tale da sviare l’attività di contrasto e confondere il via vai degli acquirenti con quello della normale clientela. Uno dei due titolari degli esercizi in questione è poi risultato essere pienamente coinvolto nell’attività di spaccio.

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