di MARIO NICOTERA
Per quanto mi sforzi ogni giorno, non capisco più i miei “simili “. E mi spiego.
Sono stato un fan tesserato del PCI, malgrado la mia provenienza borghese, ma ho cominciato a storcere il naso quando i carri armati sovietici soffocarono nel sangue le aspirazioni democratiche di Praga. Ho esultato, non conoscendone i risvolti violenti delle epurazioni staliniane, ma ho rifiutato la tessera quando mi sono stati rivelati.
Mi sono riaperto alla speranza nel corso della “ perestroika” di Gorbaciov e dell’avvento democratico di Elsin e ho ripreso la tessera. Ho guardato con molto interesse la riforma cinese di Deng Siao Ping, ma ho dovuto soffocare ogni ottimismo all’avvento di Xi Gin Ping, aiutato anche dall’ emarginazione e disinteresse subita dai miei “compagni” toscani- prima- e calabresi - poi- quando ho partecipato alla estensione e alla realizzazione del le idee del Movimento di Basaglia e della Legge di riforma Psichiatrica che porta il suo nome, ma vincendo inimmaginabili resistenze fra coloro che da compagni, avevo finito per considerare “ex “.
Ho tollerato l’ascesa di Putin fino a che questi non aveva trasformato la Russia in una delle più violente e repressive nazioni, trascinandosi dietro sanguinose dittature in altri Paesi del Mondo.
Ho, infine voltato pagina e rinunciato ad ogni altra illusione, non tanto quando Putin ha invaso Ucraina e, distrutto la sua gente e le sue città e nandato a morire i figli della Russia (quegli stessi che avrebbe dovuto emancipare dalla povertà e difendere dal sopruso, secondo gli insegnamenti del marxismo- leninismo), ma quando ho visto nascere e crescere intorno alla sua “azione speciale” il consenso di vaste parti di popolo e persone di ogni ceto e Paese.
Allora, mi sono chiesto : quale può essere la ragione dell’adesione cieca alla dittatura, alla lotta e repressione violenta di ogni dissenso, sl misconoscimento di ogni diritto alla libertà, alla democrazia; cosa spinge una persona o un popolo a privilegiare un sistema di annichilamento di ogni diritto all autodeterminazione consapevole piuttosto che un confronto libero delle idee la cui forza trascende persino quella delle armi e della violenza, cui non rinuncia ‘, sfidando perfino la morte, la parte più sana del il popolo iraniano in questo frangente storico? E, in base alla mia esperienza, mi dono dato una sola risposta: l’interesse privato accoccolatosi sotto la protezione dei potenti di turno, garantendosi piccoli interessi di “bottega(il popolo “bue”,) o grandi e incommensurabili privilegi ( gli oligarchi, i cortigiani, i lecca-culo).
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