di MARIO TASSONE
Il 29 luglio del 1983 un incendio di vaste proporzioni provoco’ danni enormi all’abitato di S.Caterina, ridente paese della fascia ionica catanzarese. L’evento è stato ricordato in un consiglio comunale aperto al quale ho partecipato, insieme al Prof Raimondo Pasquino, già Rettore Magnífico dell’Universita’ di Salerno.
Ero Sottosegretario di Stato ai lavori pubblici da pochi giorni e accorsi.
Le immagini di quel Paese divorato dalle fiamme, non mi hanno mai abbandonato. Ricordo ll dolore di quella comunità per la loro Chiesa simbolo di fede e dì storia, per le abitazioni distrutte e per il bel centro storico compromesso. Dicevo, dolore tanto, comprensibile nella immediatezza dell’evento ma nessun cedimento.
Questo è stato il filo conduttore del Consiglio Comunale aperto che il sindaco Severino e i consiglieri comunali intervenuti hanno seguito con lo sguardo volto al futuro.
Santa Caterina è stata ricostruita: il mio ministero di allora operò doverosamente con interventi tangibili così come hanno fatto le altre istituzioni. Il vero artefice della ricostruzione, però, è stato il popolo di S. Caterina che non ha mai ceduto, non si è fatto sopraffare dalla disperazione, dalla rassegnazione e dalla resa, figlio com’è di una cultura positiva.
La ricordo bene la comunità di S. Caterina impegnata nei soccorsi e a sollecitare provvedimenti perché il Paese continuasse a vivere. Una grande testimonianza di amore di una comunità che fu solidale. Nessuno abbandono all’assistenzialismo caritatevole ma la pretesa di interventi robusti.
Tanti hanno operato, si diceva: cittadini, amministratori del tempo e quelli a seguire ,la Comunità ecclesiale con Don Caporale e poi padre Nicola Criniti e i tanti caterinesi sparsi che non hanno mai reciso le loro radici.
Il popolo di S. Caterina nel luglio del 1983 diede una testimonianza di sacrificio operoso e un messaggio per tutta la Calabria e non solo. Una comunità che è espressione della Calabria vera che non concede spazi a fenomeni criminali che umiliano retaggi di civiltà. Quando c’è amore i valori non si cancellano.
Come la comunità di S. Caterina operò per la propria identità così la Calabria e il Paese debbono sfidare le avversità per ritrovare passione e volontà. Bisogna guardare in alto per essere liberi. Solo la libertà e la partecipazione assicurano lo sviluppo umano.
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