di MARIO TASSONE
"Il 27 settembre si è svolto a Roma, all’Istituto Sturzo, un incontro “I giovani e la politica nei primi anni sessanta”. L'iniziativa nasce dalla fertile mente di Maurizio Eufemi, che sta indicando un percorso storico originale attraverso il “racconto”dei protagonisti (molte interviste sono raccolte in un volume).
L’altro giorno allo Sturzo ci sono stare testimonianze di quanti hanno avuto responsabilità nei movimenti giovanili dei Partiti: narrazioni interessanti di confronti accesi e scontri. Erano anche gli anni delle proteste giovanili che avrebbero dovuto avere diversi riscontri. I movimenti giovanili presenti all’interno dei partiti vissero pienamente quella stagione.
Il Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana, ad esempio, conservava i suoi spazi di autonomia, che gli consentiva una dialettica importante nei confronti della dirigenza del Partito. Nessuna critica veniva risparmiata.
I movimenti giovanili erano una finestra aperta sulla società con le sue ansie di giustizia e di sviluppo: un agire con tante iniziative contro la lettura insufficiente degli eventi che dovevano essere, invece, affrontati con decisioni coraggiose. La politica le libertà democratiche erano al centro.
I giovani all’interno dei partiti democratici svolsero un ruolo decisivo, mentre in altri partiti polarizzati le organizzazioni giovanili andarono in crisi risucchiate dall’estremismo: la lotta armata della estrema sinistra per la rivoluzione mancata e quella di destra produssero tragedie immani. Grazie ai partiti,alle associazioni ,ai movimenti sindacali l’estremismo fu battuto .
Il Convegno dell’altro giorno deve avere un seguito. Oggi non c’è politica, i partiti, i baluardi delle libertà non ci sono. E’ possibile che le passioni di un tempo siano spente del tutto e definitivamente?
E’ possibile che il primato della politica sia oltraggiato dall’insulto di progetti senza pensieri e da una autoreferenzialità rozza ?
Dallo Sturzo viene un messaggio. La politica non è morta. C’è chi vede nelle conquiste tecnologiche il progresso. Certo la scienza significa sviluppo ma l’Uomo è al centro. C’è sviluppo se vince l’Uomo. Utilizziamo I patrimoni costruiti nel tempo .
Oggi tremo a tanta superficialità, a tanta viltà, al disegno di manomettere la Costituzione.
I “giovani di ieri”hanno detto quello che è stato fatto: un dato irrilevante per la parte di società distratta o, per quella più attenta, esempio da raccoglie per essere vivi!"
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