di MARIO TASONE
Il 9 maggio è la giornata in cui si ricordano le vittime del terrorismo e l’assassinio di Aldo Moro.
Gli “anni di piombo” segnarono una stagione di morte. Sangue di innocenti, di servitori dello stato.
Fu un epilogo tragico del disegno di abbattere le garanzie costituzionali da parte delle estreme nere o rosse. Erano le forze che si armavano contro lo Stato.
Il Paese seppe poi trovare, dopo un periodo di incertezza, determinata anche dalla propaganda di gruppi estremisti racchiusa nel micidiale “ne’ con lo Stato ne’ contro lo Stato”,la forza di reagire trovando solidarietà e il recupero della iniziativa politica. Vi erano i Partiti, i Sindacati, un fitto reticolato di un Associazionismo vero e non finto.
Dopo quella fase ci fu un lento processo di erosione delle istituzioni democratiche. La violenza aveva colpito e lasciato il segno. Dopo le tante morti, soprattutto dopo quella di Moro, il Paese era divenuto più fragile come se un cataclisma avesse fortemente indebolito le sue fondamenta. E poi il “golpe” di alcuni procuratori supportati dai paladini di cambiamenti catartici e forzosi hanno alterato la democrazia. Le commemorazioni servono se al di là dei discorsi si risponde a un interrogativo: “l’antistato” è stato sconfitto? Le brigate rosse e il terrorismo nero si, ma il male seme ha geminato. Il Parlamento ha perso centralità e la Costituzione è stata alterata dalle liberticide leggi di riforma elettorali che hanno consentito la nomina dei parlamentari .
Un combinato disposto di signorie e di sostanziali autarchie oggi è il riferimento vero di ogni decisione.
Le autority indipendenti non soggetti al controllo del Parlamento. Gli amministratori degli enti del parastato sono i veri padroni incontrastati di scelte che pesano sui cittadini.
Nella cosiddetta prima repubblica c’era il Ministero delle Partecipazioni Statali che rispondeva al Parlamento oggi c’è il Ministero elefantiaco dell’economia, paralizzato e condizionato dai tanti amministratori delegati.
L’Italia è divisa e il progetto della autonomia differenziata è il segno di un bradisismo distruttivo.
Nel dopo guerra l’Italia trovo’in De Gasperi e nella DC coesione superando tante pericolose divisioni.
Il popolarismo cattolico e i cristiani democratici svolsero un ruolo salvifico sconfiggendo l’antistato.
Vinse l’area della mediazione e del centro. Senza politica non c’è stabilità.
Ecco perché come nel secondo dopoguerra i cristiani democratici non possono più rimanere assenti. Bisogna trovare convergenza per esserci non ”uti singuli “ ma unitariamente portatori di un progetto culturale e di valori per non vivere alla giornata ma per investire sul futuro che ha bisogno di riferimenti valoriali forti !
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