Mattarella bis, Speziali: “Torna la Dc”

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  29 gennaio 2022 22:21

“Sarebbe troppo facile e pretenzioso se dicessi "lo avevo detto già dal 16 Dicembre", però tant'è! Lo sconcio della Repubblica è andato in onda nei giorni appena trascorsi, per di più in diretta televisiva, quasi a certificare cosa ha prodotto non solo l'approssimazione, bensì il dilettantismo, l'incultura, il fallace schieramentismo italiano (precario e discutibile) e poi, soprattutto, la pochezza, l'inconsistenza, di questi presunti nuovi leaders di mezza tacca, per dirla come il mio amico Clemente Mastella.
Gli italiani, al punto in cui siamo, hanno ben capito in che vicolo cieco -per di più buio ed angusto!- si ritrova l'Italia, anzi, oggi c'è la certezza (per di più certificata) come solo noi democristiani rappresentiamo -credibilmente-  la salvezza del Parse e da presunti sconfitti -quali non siamo e non ci sentiamo- della discutibile narrazione del post '92, riappariamo acclamati al pari dei "salvatori della patria".
Già la Patria - non certo quella dei fratellisti giorgiamelonisti- la nostra Italia in cui desideriamo fare convivere tutti in armonia e per la quale ci battiamo, offrendo l'esempio di un uomo probo, il cui nome è Sergio Mattarella e la cui origine formativa e familiare, non viene certo dalle parti dei riti celtici di bossiana memoria, piuttosto che dai circoli trinariciuti con falce e martello.
È l'eterno ritorno della politica di Moro (insuperabile, ineguagliabile, inimitabile), della cultura di Sturzo, delle scelte di De Gasperi, della visione di Fanfani, della pratica di Andreotti, ma anche delle intuizioni di Mattei, dell'umanità di La Pira, dello stile di Scelba, del ruolo di Rumor, insomma di una grandezza sconfinata, immensa: la sintesi di una politica, quella vera, quella autentica, incentrata sulla formazione -pure fideistica sebbene nella laicità della vita- ma che ha il Paese e i suoi cittadini, le nostre uniche bussole”. Vincenzo Speziali, Coordinatore Regionale Federativo Calabria dell'Area di Centro.

“Altro che Di Maio, Speranza, Di Battista, Bonafede e poi giù, sempre più giù, Morra, Nesci, Parentela o Dieni, come tristi esempi dei giorni odierni.
E non parliamo del capitone -pardon capitano o come si vuole fare chiamare- cioè Salvini: trascinare in pieni venti di guerra ucraini (con le riserve gassifere al minimo) da una parte e l'instabilità mediorientale dall'altra, in questa non poshade bensì commedia degli orrori, persino un servitore onorato delle istituzioni e cioè il Direttore del DIS Ambasciatore Elisabetta Belloni, è stato da ricovero più che in manicomio, direttamente al Cottolengo.
E della falcidiata in capo alla seconda carica dello Stato? Ne vogliamo parlare? 
Che scenda un velo a mo' di sudario per questi neofiti, che pensano di essere uomini (e donne) delle istituzioni ed invece non sono altro che abusivi delle medesime.
Sia ben chiaro, da oggi ritorna il tempo della storia, ovvero la politica ai politici, a quel centro moderato (e di per sé positivamente governativo) di cui non siamo gli ultimi epigoni e di cui non saremo meri vestali o custodi di una memoria positiva e passata, bensì torniamo da protagonisti e per di più legittimati dal corpo elettorale, il quale faremo in modo che si possa, giustamente, esprimere con un proporzionale, che a sua volta garantisce preparazione e selezione della classe dirigente.
Chiudiamo questa pagina infausta e triste della II e III Repubblica, proprio con noi che dovevamo esserne inferiori paria, ricominciando da dove eravamo rimasti, cioè quando qualcuno a fronte di strumentalizzazioni e falsità, ci falcidio`, facendoci mettere all'indice dal popolo che abbiamo sempre servito con decoro e dignità.
Disse Moro "non ci faremo processare nelle piazze" e così faremo, anche in nome e per conto del suo onore, senza più indietreggiare, bensì uscendo dalle catacombe, in quanto siamo vivi, siamo presenti, siamo quelli di sempre e che amano il Paese e le sue Istituzioni, difendendendoli ciò con orgoglio e passione.
Già Moro, sempre Moro, solo Moro, che per primo intuì " l'avvenire non è dei conservatori! Il domani non appartiene ai totalitarismi di destra e sinistra, bensì alla società che si rinnova in questa formidabile rivoluzione che è il cristianesimo. Lasciamo che i morti seppelliscano i morti, noi siamo il futuro!"
Dilettanti e improvvisati, voi che ci avete fatto assistere a ciò e non solo ciò -poiche` il triste spettacolo lo viviamo dal 1992- chiedete scusa non a noi, ma alla gente: per quanto ci riguarda il cammino riprende, inesorabile, come il fiume che sfocia nel mare.
Te Deum laudamus: torna la DC!”, ha continuato Speziali.

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