"Nel 2015 Matteo Messina Denaro e altri capi di Cosa Nostra avevano stretto un patto con i capi della ‘ndrangheta per “lavorare insieme e diventare un’unica famiglia”". Ritornano attuali le parole utilizzate
da un collaboratore di giustizia ascoltato dalla procura di Torino nell’ambito del maxiprocesso Carminius-Fenice sulla presenza della criminalità organizzata nella zona di Carmagnola. A riportarle sono stati i giudici del tribunale di Asti nelle motivazioni della sentenza pronunciata lo scorso giugno (sedici condanne e undici assoluzioni). Proprio a Carmagnola e nelle zone limitrofe, secondo il pentito, l’accordo diventò operativo: gli uomini di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta lavoravano assieme.
Mattia Messina Denaro è stato arrestato questa mattina a Palermo. Era latitante da 30 anni.
Segui La Nuova Calabria sui social
Facebook: https://www.facebook.com/nuovacalabria
Instagram: https://www.instagram.com/lanuovacalabria/
Youtube: https://www.youtube.com/@lanuovacalabria8679
Telegram: https://t.me/nuovacalabria
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736