di MICAELA SACCO*
Se avessi saputo che il 4 marzo sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola avrei ammirato i volti delle mie compagne, avrei prestato più attenzione alle parole dei miei docenti, avrei assaporato con ancora più gusto il caffè, i biscotti e le caramelle della signora Nuccia, che tanto mi hanno fatto sentire a casa e sono stati un toccasana per le giornate no, mi sarei soffermata per le scale ad ascoltare il suono di quella campanella che per ben cinque anni ha caratterizzato gran parte delle mie giornate...insomma, avrei fatto un sacco di cose che di punto in bianco non ho potuto fare.Sono stata travolta, tutta la mia generazione lo è stata, da sentimenti neri, opachi e tristi al solo pensiero di non poter più stringere la mano a chi aveva paura prima di un’interrogazione, di non poter camminare in quei corridoi in cui ho pianto e gioito, di non poter più ridere e sorridere con la mia compagna di banco. Jim Morrison diceva “Fai attenzione alle piccole cose, perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi” e mai come in questi mesi mi sono resa conto di quanta verità ci fosse in questa frase. Quando ho varcato per la prima volta il cancello del Galluppi avevo appena compiuto quattordici anni ed ero terrorizzata all’idea di trovarmi in una realtà così nuova. Ora che ho attraversato quell’ingresso per l’ultima volta provo un terrore decisamente differente: quel mondo che a quattordici anni mi spaventava, alla soglia dei diciannove è diventato casa mia, custode di tutto ciò che conosco e che sono diventata. [...] Alle mie compagne e amiche, vi ho voluto, vi voglio e vi vorrò per sempre un gran bene!
A tutti i docenti, che hanno saputo motivarci come un allenatore fa con la sua squadra e coccolarci come dei genitori con i propri figli, che ci hanno stimolato alla riflessione su tematiche di diversa natura, che ci hanno insegnato che bisogna sapersi reinventare continuamente, che hanno saputo unire, nelle loro persone, l’essere un docente ed un amico, certo un po’ più adulto ma non per questo distante o disinteressato.
A tutti voi grazie, per non essere stati quello che tutti dicono che il liceo sia, grazie per non essere stati la fermata di scalo di un lungo viaggio, grazie per non essere stati di passaggio, transitori. Grazie perchè siete stati vita, pura e totalizzante, perchè in mezzo a voi non mi sono mai preoccupata d’essere qualcuno che non mi rappresentasse, perchè con voi sono stata me stessa, senza maschere o congetture, ho potuto ridere fino a perdere la voce o rimanere in silenzio se mi andava così. Mi mancherete, mi mancherà il tempo che non abbiamo più, le lezioni che non faremo, mi mancheranno anche i compiti e le interrogazioni, ma più di tutto mi mancherà questo tempo che è stato nostro e che abbiamo condiviso.
AD MAIORA SEMPER
*Classe 5 B con indirizzo Esabac
(Liceo classico Galluppi)
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736