di SETTIMIO PAONE
È cominciata oggi, mercoledì 18 giugno, l’avventura della Maturità 2025 per oltre mezzo milione di studenti italiani. Come da tradizione, ad aprire l’esame è stata la prima prova scritta, quella di italiano, uguale per tutti gli indirizzi di studio. Sette tracce complessive, suddivise in tre tipologie, hanno messo alla prova le capacità analitiche, argomentative e riflessive dei maturandi. Quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha scelto di proporre tematiche fortemente legate all’attualità, alla memoria storica e alla consapevolezza civica, restituendo centralità alla parola come strumento di interpretazione del presente.
Per la tipologia A, dedicata all’analisi del testo, gli studenti si sono trovati davanti due autori fondamentali del Novecento italiano: Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il primo, con la poesia Appendice I scritta nel 1944, offre uno sguardo intimo e drammatico sulla giovinezza vissuta negli anni della guerra. Un testo che tocca corde profonde, tra memoria, inquietudine e speranza. Il secondo è stato proposto con un estratto de Il Gattopardo, nel quale Angelica fa il suo ingresso nella casa dei Salina. Una scena emblematica, che riflette le tensioni tra bellezza e decadenza, in un’Italia che cambia volto.
La tipologia B ha invece spinto i candidati alla riflessione critica su tre ambiti diversi ma intrecciati con le grandi sfide del nostro tempo. Un brano dello storico inglese Piers Brendon, dedicato alla crisi del 1929 e al New Deal, ha offerto l’occasione per ragionare sulla fragilità economica e sui rimedi politici di fronte alle crisi sistemiche. Un testo di Riccardo Maccioni ha ruotato attorno alla parola “rispetto”, indicata dalla Treccani come parola dell’anno, aprendo il campo a riflessioni sul linguaggio, sulla convivenza e sulla dignità nelle relazioni. Infine, il filosofo della scienza Telmo Pievani ha proposto una riflessione sul nostro impatto sull’ambiente, parlando di “un quarto d’era geologica di celebrità”, e chiamando in causa la responsabilità umana di fronte alla crisi ecologica.
Molto sentite anche le due tracce di attualità della tipologia C. La prima, tratta da un messaggio del giudice Paolo Borsellino ai giovani, pubblicato pochi mesi prima della sua morte nel 1992, ha rappresentato una vera e propria dichiarazione d’amore verso la legalità e la speranza. Le sue parole, rivolte direttamente alle nuove generazioni, sono ancora oggi un faro per chi crede nella giustizia e nella costruzione di una società più giusta. La seconda traccia, firmata da Anna Meldolesi e Chiara Lalli e pubblicata su 7 – Sette del Corriere della Sera, pone una domanda provocatoria: “L’indignazione è il motore dei social. Ma serve a qualcosa?”. Una riflessione necessaria, che invita gli studenti a interrogarsi sul senso delle reazioni digitali, tra rabbia e partecipazione, tra consenso e passività.
La Maturità 2025, almeno in questo suo primo atto, ha mostrato chiaramente l’intento di chiamare i giovani non solo a dimostrare ciò che sanno, ma anche e soprattutto a esprimere come pensano. Le tracce proposte non hanno voluto cercare nozionismo, ma spirito critico, profondità, partecipazione. La scuola, ancora una volta, si conferma non solo come luogo di istruzione, ma come spazio di formazione civile. E questa prova scritta, nel suo equilibrio tra letteratura, storia e attualità, ha saputo dare un messaggio forte: la maturità non è un punto d’arrivo, ma l’inizio di un pensiero libero.
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