di MAURIZIO ALFANO
È nato. È nato un altro profugo. Un perseguitato. Un clandestino. Un immigrato. Un appestato.
È nato già discriminato per il colore della pelle, il suo orientamento di genere, e per amare il prossimo suo come se stesso. È nato un altro che vuole dare da bere agli assetati, da mangiare agli affamati e vestire chi è nudo ed accogliere gli stranieri. È nato un blasfemo.
È nato dunque un altro visionario, un folle, un falso profeta che delira di uguaglianza tra gli uomini e che tra essi, gli ultimi, pensa, predica che un giorno saranno i primi. Che pazzia.
È nato chi cura gli ammalati, visita i carcerati, perdona le offese, porge l’altra guancia, ama le meretrici, i bambini, gli anziani.
È nato uno che moltiplica i pani ed i pesci, che combatte le simonie, uno che racconta fare miracoli con la sola forza dell’amore per suo Padre, e per l’amore verso ogni creatura figlia di suo Padre. È nato uno che per tutto questo è disposto a dare la sua vita. È nato un folle, un posseduto, un baro. Uno che parla con gli animali, che cerca il deserto prima di incrociare l’aridità umana. È nato uno che ha spezzato il cuore a sua madre per l’amore verso gli altri.
È nato un bugiardo. Come può un uomo dare la sua vita per quella degli altri, per degli sconosciuti, o per tutti quelli che ogni giorno recano offesa al Padre suo. No, no. È nato un folle, che delira, ammalia e confonde i più deboli. È nato uno che trova la bellezza negli storpi, che vede l’amore nei ciechi ed ascolta le poesie dei sordi. Pensa, è nato uno che parla con gli animali, che fa resuscitare i morti, che bacia i lebbrosi, che abbraccia gli immondi con i loro corpi malfatti e li guarda estasiato per la loro bellezza.
È nato un altro che predica l’amore per ogni specie vivente, che invoca la povertà, che blatera di regni dei cieli, di vita eterna ed altre improbabili false verità.
È nato uno che offre il suo corpo come cibo, ed il suo sangue per dissetare.
È nato un altro povero Cristo. È nato un altro uomo il cui destino è portare la croce di un’umanità persa a volte, alla deriva altre. È nato un uomo che sarà crocefisso per le sue – credenze – per il suo essere visionario, per essere nato nonostante ciò, malgrado tutto.
È nata una speranza, forse già uccisa, vilipesa, schernita, flagellata, ma è nata, e con essa la speranza si rinnova come le stagioni con i suoi tempi, ritmi e frutti da raccogliere.
È nato.
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