Riceviamo e pubblichiamo la nota di Antonio Corsi in replica all'assessore regionale Filippo Pietropaolo.
La contraddittoria “spiegazione” dell’assessore regionale al personale sul perché il maxi concorso da 10.000 candidati si svolga a Rende e non a Catanzaro non solo non ci convince, ma aumenta le nostre perplessità su questa operazione. Che è innanzitutto “politica”, anzi geopolitica, perché sposta lontano dal Capoluogo, sede del governo regionale e quindi committente, la sede naturale di un concorso importante. Non è una questione di “capannoni”, come la liquida l’assessore con molta superficialità, anche se bisognerebbe capire perché due sedi private a Rende siano più economiche e vantaggiose per il Formez rispetto ad una sede di proprietà della stessa Regione e quindi gratuita. Tra parentesi, qualcuno informi l’assessore che l’Ente Fiera di Catanzaro Lido da innumerevoli mesi non è più hub vaccinale e quindi nulla impediva di utilizzarla. Magari, con questa occasione, la Regione avrebbe potuto fornire gli arredi utili anche per future selezioni, con un investimento rivolto alla collettività.
Ma, lo ripeto, la questione va molto oltre i dettagli economici. Mi spiace che l’assessore, che è persona seria, nonché un imprenditore, non l’abbia colto. E’ il segnale che si manda all’esterno e cioè che Catanzaro è Capoluogo solo sulla carta e che le sue funzioni possono essere tranquillamente ripartite sul territorio. Il baricentro, piano piano, si sposta a Cosenza. La scusa è sempre quella: Catanzaro non ha le strutture, Catanzaro non ha i parcheggi, etc. Ma è solo una scusa perché le strutture, volendo, ci sono. E qualcuno, magari sarà il Formez a farlo, dovrà spiegarci la “centralità geografica” di Rende rispetto a Catanzaro.
In futuro ci auguriamo che tutte le attività amministrative proprie del Capoluogo di Regione si svolgano nella sede naturale.
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