di STEFANIA PAPALEO
C'è chi li osanna come eroi della sanità, ma anche chi ne contesta la validità del titolo di studio, all'ombra di una valanga di ricorsi al Tar presentati da sanitari locali. La carica dei medici cubani voluti dal Governatore Roberto Occhiuto divide la Calabria. E adesso trascina la Regione addirittura davanti al Tribunale dell'Aia (Corte penale internazionale) con ipotesi di reati gravissimi quali "tratta di esseri umani, schiavitù, persecuzione e altri atti disumani, crimini contro l’umanità tipizzati dallo Statuto di Roma all’articolo 7".
A darne notizia è stato il quotidiano Il Foglio, parlando della trattativa che, nell’estate del 2022, portò 497 operatori sanitari negli ospedali calabresi, con contratto a tempo determinato e un salario pari a 4.700 euro pagati dalla Regione a ciascuno dei medici ai quali, tuttavia, a conti fatti, ne vanno solo 1.200. Il resto sarebbe destinato a ingrossare i conti correnti della Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos S.A., una società che opera per conto del governo dell'Avana. Da qui l'urlo allo scandalo "schiavitù" che già lo scorso anno aveva fatto saltare dalla sedia alcuni europarlamentari che, in una lettera la cui prima firmataria fu la grillina Laura Ferrara, avevano lanciato pesanti accuse alla Regione Calabria, per aver sottoscritto quell'accordo con Cuba, che gli avrebbe permesso di “affittare” il personale sanitario, a condizione che venissero prese precauzioni per impedire loro di disertare, ad esempio con pressioni sulle famiglie, e senza considerare che il grosso degli emolumenti li avrebbe presi il regime dell’Avana.
Così, all’ira inedita verso Mosca, quando si è scoperto che il regime di Putin con l’acqua alla gola per la guerra in Ucraina aveva iniziato ad arruolare cubani direttamente, senza lasciare al regime il suo pizzo, si erano aggiunte le accuse di schiavismo da parte della Ong Prisoners Defenders contro Italia (Calabria nello specifico), Qatar e Messico come corresponsabili di una tratta di persone e schiavitù in un rapporto che era stato inviato allo studio della Corte penale internazionale.
"Non toglieranno un solo posto di lavoro ai colleghi italiani e calabresi", aveva tempestivamente replicato il Governatore Occhiuto, difendendo la bontà della sua scelta di reclutare medici cubani in Calabria dove "la sanità è al collasso e ha un sistema sanitario poco attrattivo, in cui molti concorsi a tempo indeterminato - e ne stiamo bandendo tanti - sono andati deserti”, aveva spiegato alla stampa, tirando dritto per la sua strada senza ripensamenti.
LEGGI QUI LA DIFESA DI ROBERTO OCCHIUTO
Oggi la notizia secondo cui la Regione Calabria finirà davanti al tribunale dell’Aia (la Corte penale internazionale) e che lascia dietro di sè una lunga scia di inevitabili interrogativi.
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